Felice è un giovane siciliano che ha deciso di lasciare l'Italia per trasferirsi a Londra, la metropoli che lo ha affascinato da sempre, per cercare nuove opportunità professionali e personali.
Lo abbiamo incontrato per saperne di più circa la sua esperienza e lo stile di vita londinese.
Hai deciso di trasferirti a Londra solo per lavoro o ci
sono anche altre motivazioni?
Il mio principale obiettivo è quello di imparare bene la lingua perché
penso che sia la chiave per aprirti la porta al resto del mondo, oltre
ad avere un grande amore per Londra.
Quanto tempo hai impiegato per programmare il
trasferimento in Inghilterra?
Diciamo che è stata una cosa graduale e istantanea allo stesso tempo.
Mi spiego meglio. Prima di trasferirmi qui definitivamente ci sono
stato varie volte in vacanza ed è stato amore a prima vista, tanto da
desiderare di vivere in questa città già dalla prima volta, circa sette
anni fa. Quindi l'ho sognato da subito, ma ho sempre rimandato per
varie motivazioni e poi nell'arco di due/tre mesi ho deciso, messo tutto
in valigia e via!
Cosa odii e cosa ami della metropoli londinese?
Come ti dicevo, è stato amore a prima vista. Amo un po' tutto di
questa grande metropoli, mi sono sempre sentito a casa qui. E' una
continua scoperta, piena di stimoli e cose interessanti da fare. Amo la
sua multiculturalità, il perdermi per le sue strade e trovarmi
all'improvviso al cospetto di opere architettoniche antiche e moderne
fuse in un solo abbraccio, i suoi mercatini così colorati e alternativi, i
panorami mozzafiato, gli eventi culturali per tutti i gusti e potrei
continuare a oltranza. Londra è infinita e sconfinata, culla di
meraviglie e poesia. L'unica cosa che non riesco a tollerare sono i
costi spropositati degli affitti. Paghi cifre esorbitanti per singole
stanze, difficilmente ti puoi permettere un appartamento tutto tuo, a
meno che non si vada ad abitare in zone molto lontane dal centro, dove
comunque le case hanno sempre un certo costo.
Sei soddisfatto del lavoro che stai svolgendo? O
speri di fare carriera in qualche altro settore? Se si, quale?
Considerando che sono arrivato qui con un inglese più o meno
base, sì, sono soddisfatto del lavoro che al momento svolgo. Faccio il
barman in un locale al centro di Londra e ti devo dire che mi piace, perché comunque il lavoro è creativo, dai cocktail a tutto
il resto, e mi dà modo di non annoiarmi. Poi, nel tempo libero, mi dedico
ad un'altra mia passione che è lo Shiatsu o i massaggi olistici, dipende
da cosa richiede la clientela. Sicuramente non ho l'aspirazione
di fare il barman a vita, anche se mai dire mai. Comunque, appena sarò
completamente padrone della lingua, potrò scegliere fra un ventaglio
maggiore di possibilità, che qui sono veramente tante, fra le quali la professione che svolgevo in Italia, l'interior
designer.
Ti manca l’Italia? Che cosa in particolare?
Devo dire che la "consumata" e "triste" Italia non mi manca, perché,
purtroppo, ormai è un Paese che non offre più possibilità. L'unica cosa che
veramente mi manca sono gli affetti, dalla mia meravigliosa famiglia,
agli insostituibili amici, al mio cane fantastico. Sicuramente,
essendo un isolano di nascita, in estate mi mancherà il sole e il mare ma
al momento non ci penso.
Pensi di essere riuscito ad integrarti?
Non mi sento ancora integrato al 100%, ma solo per un discorso
linguistico, visto che sono in fase di apprendimento, poi per il resto
sì, abbastanza. Londra è caotica, frenetica e in continuo movimento, un
po' come sono io, quindi è un vestito che mi sento addosso
perfettamente, senza particolare stress o disagi.
Qual è stata la cosa più difficile a cui hai dovuto
abituarti?
Di veramente serio niente, mi adeguo facilmente. Ah ecco, il caffè! A
quello non sono ancora abituato. Qui bevono quasi tutti caffè
americano, un bicchierone esagerato di un intruglio scuro che io non
potrò mai bere.
Se un giovane italiano ti chiedesse qualche consiglio per
potersi trasferire ed ambientarsi a Londra cosa gli risponderesti?
Il consiglio che posso dare è quello d'inseguire i propri sogni e non
mollare mai, qui non è mai tardi. Ma sicuramente, negli ultimi anni, c'è
stato un incremento spropositato di immigrati da tutta Europa,
quindi c'è molta più concorrenza a livello lavorativo, perciò non
sarebbe male, se non quasi d'obbligo, salvo alcune eccezioni, venire con
una buona base d'inglese e con un minimo di competenze, ognuno nel
proprio settore, ovviamente. Se avete questo desiderio studiate bene
l'inglese, vi aprirà tante porte e, per ultimo, non scoraggiatevi alle
prime difficoltà, quelle ci saranno sempre, specialmente all'inizio.
Good luck!
Pensi di restare a Londra o ritieni che questa sia
soltanto un’esperienza, più o meno lunga, da concludersi comunque con il
rientro in Italia?
Non ho mai pensato di rimanere qui a vita, l'ho sempre visto come un
inizio, un trampolino di lancio, dove imparare l'inglese, formarmi,
crescere, acquisire delle competenze specifiche da sfruttare ovunque.
Quindi, sicuramente, prima o poi mi ritroverò con la valigia in mano,
ma, almeno per il momento, non c'è l'Italia nei miei programmi, ma tanti
altri posti.
©DeniseInguanta
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