Agrigento ha da poco un cardinale, Francesco Montenegro, ma non una cattedrale completamente agibile, paradosso di una città che è davvero pirandelliana.
Il Duomo, inizialmente consacrato alla Madonna Assunta e poi dedicato a San Gerlando, fu appunto costruito nel 1094 da Gerlando di Besançon, allora vescovo di Girgenti e cugino del conte Ruggero il Normanno. Nel corso dei secoli la Cattedrale ha subito numerosi rifacimenti a causa di terremoti, frane e crolli e ciò ha determinato il sovrapporsi di diversi stili architettonici.
Nata nel solco della tradizione arabo-normanna, stile originario che si riconosce nel transetto e nella torre dell'orologio che si eleva sopra la cappella di San Bartolomeo, presenta inoltre lo stile gotico-chiaramontano, quello che si ammira nella prima parte della chiesa con le sue colonne a base ottagonale che sorreggono gli archi a sesto acuto, lo stile rinascimentale, che è il motivo architettonico che si mostra nella facciata e nel campanile, il barocco, presente nella decorazione del presbiterio e nella sezione centrale della chiesa.
La costruzione durò sei anni; nulla rispetto alle peripezie che questo magnifico esempio di edificio religioso ha poi dovuto affrontare.
Il fatto che il Duomo sia stato dedicato a San Gerlando è da ritenersi una scelta molto saggia visto che gli agrigentini invocano il suo nome a difesa delle calamità. "San Giullannu senza ddannu", cioè "San Gerlando difendici dal danno", e davvero quel santo deve avere ascoltato, almeno finora, le preghiere dei devoti se il costone su cui sorge l'edificio non è ancora crollato del tutto portandosi dietro un pezzo fondamentale della storia della città oltre, naturalmente, a determinare chissà quali gravi danni.
Ma Agrigento è consapevole del pericolo e per questo si sono susseguiti diversi interventi al fine di consolidare la struttura e renderla fruibile ai visitatori, tuttavia risultati definitivi non si sono a tutt'oggi raggiunti e il Duomo non è stato completamente restituito ai devoti per le funzioni religiose. Per questo sono state poste lungo la scalinata numerose scarpe in gesso colorato, opere del progetto "Walk in progress - Ci metto la scarpa" volto a sensibilizzare, attraverso l'arte, sul rischio crollo che vive la Cattedrale.
Ma se il Duomo vive in un perenne stato di rischio la città non è da meno. Bella e dannata, Girgenti non riesce davvero a raggiungere uno stato di pace. Il susseguirsi di amministrazioni sbagliate l'hanno gettata in uno stato di prostrazione da cui è difficile venire fuori, a meno che non venga finalmente amministrata in modo saggio e oculato da politici davvero innamorati di questa splendida città.
Fragile è Akragas come un bambino a cui si deve dare la mano per paura che cada. Fragile come quel costone su cui sorge la Cattedrale. Bisognosa di cure come un vecchio malato che può, però, dare ancora molto e insegnare tanto.
Agrigento è così, bisognosa di stimoli e di aiuto per tornare a essere maestosa come quando i Greci vi costruirono i Templi, che stanno lì a guardarci dalla Valle per ricordarci che noi possiamo ancora salvare la città, che è in bilico come quella Cattedrale che la rappresenta. Perché, senza volere creare inutili allarmismi, se crolla il Duomo insieme alla città non basteranno le preghiere a San Gerlando e il danno, purtroppo, questa volta sarà irrecuperabile.
©DeniseInguanta
Articolo presente anche in
Agrigento Sette
e in AgoraVox
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