Un romanzo del 1999, poi tradotto in Italia nel 2001, "La
ragazza dello Sputnik", rivela tutta la maestria dello scrittore
giapponese Murakami Haruki nello scrivere storie affascinanti che si sviluppano
tra sogno e realtà.
Il libro ha contribuito, più degli altri romanzi, a far conoscere l'importante autore in Europa.
La storia è racconta da un giovane
senza nome, prima studente, poi maestro elementare. È innamorato di una delle
protagoniste del romanzo, sua coetanea, Sumire, una ragazza con il mito di
Kerouac e della generazione beat. Sumire però non lo ricambia, lo accetta come
amico e confidente ma non gli si concede. Lei è invece innamorata di un'altra donna, Myu, un'imprenditrice quarantenne di origine coreana, bellissima e
affascinante. Solo che anche Myu, pur attratta da Sumire, non vuole
concretizzare in amore il loro sentimento. Non vuole o non può; c'è qualcosa di
misterioso nel suo passato che le impedisce di amare, che la separa dal mondo.
Così i destini dei tre protagonisti si inseguono senza mai
congiungersi, vagano nello spazio e nel tempo come un satellite alla deriva per
l'eternità.
Con "La ragazza dello Sputnik", Murakami ha scritto un vero romanzo d'amore. Ma un amore che sembra non appartenere a questo mondo. I personaggi sono vivissimi, riconoscibili, capaci di suscitare grandi emozioni nel lettore, ma a un certo punto attraversano territori paranormali o onirico-fantastici, dove ci si può ritrovare o perdere definitivamente.
Con "La ragazza dello Sputnik", Murakami ha scritto un vero romanzo d'amore. Ma un amore che sembra non appartenere a questo mondo. I personaggi sono vivissimi, riconoscibili, capaci di suscitare grandi emozioni nel lettore, ma a un certo punto attraversano territori paranormali o onirico-fantastici, dove ci si può ritrovare o perdere definitivamente.
"Nella primavera del suo
ventiduesimo anno, Sumire si innamorò per la prima volta nella vita. Fu un
amore travolgente come un tornado che avanza inarrestabile su una grande
pianura. Spazzò via ogni cosa, trascinando in un vortice, lacerando e facendo a
pezzi tutto ciò che trovò sulla sua strada e dietro non si lasciò nulla. La
persona di cui si era innamorata aveva diciassette anni più di lei ed era
sposata. E come se non bastasse, era una donna. E’ da qui che tutto cominciò,
ed è qui che tutto (o quasi) finì."
"In lontananza potremmo anche
essere belle a vedersi, come stelle cadenti. Ma in realtà non siamo che
prigioniere, ognuna confinata nel proprio spazio, senza la possibilità di
andare da nessun'altra parte. Quando le orbite dei nostri satelliti per caso
si incrociano, le nostre facce si incontrano. E forse, chissà, anche le nostre
anime vengono a contatto. Ma questo non dura che un attimo. Un istante dopo ci
ritroviamo nella propria assoluta solitudine. Fino al giorno in cui bruceremo e
saremo completamente azzerate."
©DeniseInguantaMurakami Haruki
"La ragazza dello Sputnik"
Einaudi
240 pp., 14,50 euro
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