Alberto Bambini, regista toscano, è reduce da una grande soddisfazione professionale. Il suo corto, Lucinda, dopo aver fatto tappa a Los Angeles per il CineFest, ha vinto al Festival Los Angeles Film Awards, aggiudicandosi il premio per la Best Narrative Short.
Nel cast
del corto troviamo gli attori Mario Diodati, Martina Ambrosino, Sofia Del
Carlo. La storia è ambientata quasi del tutto in una chiesa e la giovane
Lucinda è perseguitata da fantasmi del passato che la fanno ricadere in un'esplosiva malvagità.
Il
regista, da sempre affascinato dal mistero e dalla religione, ha affermato che
la paura è uno dei sentimenti più puri e violenti che il nostro cervello e il
nostro corpo possano provare.
Il
cortometraggio ha destato sin da subito il consenso della critica e degli
spettatori e sarà protagonista per tutta l’estate di vari festival.
Lo abbiamo
incontrato per saperne di più della sua vita professionale e personale.
Parlaci
di Lucinda. Ti aspettavi che venisse premiato a Los Angeles?
La vittoria di Los Angeles è stata
una bellissima soddisfazione. Onestamente speravo di raggiungere traguardi del
genere perché è un prodotto che ho pensato e realizzato per un pubblico ampio e
non solo Italiano.
Ricevere
un riconoscimento così importante a Los Angeles che cosa ha suscitato in te?
È un po’ come se qualcuno mi avesse
detto: “Ok, la strada è quella giusta. Adesso pedala più forte!”
Quando
hai capito di volere fare il regista?
Sono una persona che ama avere tutto
sotto controllo e forse la regia è una naturale evoluzione di questo.
Perché
hai scelto proprio il genere horror?
Perché in mente mi sono sempre
costruito questo genere di storie. Non saprei dire i motivi, bisognerebbe
chiederlo al mio cervello!
Quanto
conta lo studio e quanto conta invece l’esperienza per chi vuole fare il
regista?
Io sono un autodidatta, forse non
sono la persona più indicata per rispondere a questa domanda. Penso però che in
ordine le cose necessarie siano passione, perseveranza, esperienza e studio.
Quando sei sul set cosa provi?
Non vedo l’ora di arrivare alla sera
per rivedere il frutto del nostro lavoro..
Quanto
è difficile oggi, nel nostro Paese, fare il regista?
Nel nostro paese oggi è difficile
fare di tutto, non solo il regista. Se non mettiamo in campo la determinazione
e la passione, come ho detto prima, il rischio che la cosa diventi da difficile a impossibile è molto concreto.
Visto
che sei un regista horror e dovresti, in teoria, essere abituato a tutto,
sarebbe interessante sapere se hai delle fobie particolari.
Niente di troppo particolare, sono
terrorizzato dai ragni come milioni di persone anche se ci sto lavorando.
Sfatiamo
anche il pregiudizio secondo cui i registi horror sono sempre cupi. Mi racconti
della volta che hai riso di più?
Nel mio caso è verissimo. Sono uno
scorpione, dunque sono sempre cupo.
Come
ti vedi tra qualche anno? Cosa speri per il futuro?
Spero
davvero di aver sempre la fortuna di poter fare le cose che amo con le persone
che amo.
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