Considerazioni:
“L’allungo del mezzofondista” di Giorgio Bona è un romanzo che getta luce su
uno dei fenomeni più discussi nel mondo dello sport: il doping.
Il
protagonista è Emil, un atleta, un mezzofondista. Un uomo che con sudore e
fatica cerca di vincere, di emergere in un mondo difficile, fatto anche di
persone che ricorrono a mezzi illeciti pur di farcela.
Emil
deve affrontare numerosi problemi, che nascono dal suo rapporto con la moglie,
il figlio, l’amante, i genitori e non ultimo il suo spregiudicato allenatore che
non esita a dopare l’atleta pur di soddisfare i suoi sporchi interessi.
La
vita di Emil è dunque molto complicata e la sua voglia di farcela deve
scontrarsi con un mondo per nulla semplice. Ed ecco che l’atleta è indotto all'errore,
fidandosi del suo allenatore senza scrupoli. Il tutto è reso più difficile dalla
sua situazione sentimentale divisa tra la moglie e l’amante. Una storia, quella
di Emil, raccontata con un ritmo incalzante, che pare quasi seguire i ritmi di
gara, proposta da Giorgio Bona, narratore capace e attento alla descrizione dell’ambiente
e alla traduzione di pensieri ed emozioni.
Il
finale amaro della storia è l’esatto epilogo di una vita difficile, quella di un
mezzofondista, la cui corsa rappresenta la metafora della vita.
Incipit
Mi
chiamano Emil, come Emil Puttemans, il
Giardiniere di Lovanio, record del mondo sui cinquemila 13’ 13”,
irresistibile come il vento. E io come Emil il
Giardiniere.
Quarta
di copertina: Emil corre, si allena, vince. Bravura o doping? Emil pensa a sé,
alla sua vita, ai suoi affetti. Quale la linea di confine che separa l’atleta
dall’uomo? Allenamenti estenuanti, lacrime e sangue da versare, ritmi gara da
sostenere che si alternano incalzanti alle vicissitudini del privato. Moglie,
amante, allenatore, genitori…Un universo da cui sarebbe forse meglio scappare? Correre
lontano e dare a tutti lo stacco come con gli avversari in gara? In entrambi i
casi sente il fiato pressante sul collo, digrigna i denti Emil. Riuscirà ad appropriarsi
della vita come gli riesce con la pista? La grinta in pista lascia spazio alla
fragilità nella vita? Narrazione o romanzo-verità?
Autore:
Giorgio Bona risiede a Frascaro, un paesino del Monferrato tra Alessandria e Acqui
Terme. Ha tradotto dall'inglese Lee e Hamburger e dal russo Fiabe dai Balcani a
Vladivostock. Con Omaggio il Tempo è stato finalista al Premio Lorenzo Montano.
Libri
pubblicati: Newton (1992), Omaggio il Tempo (2002), Ciao, Trotzkij (2003),
Erano voci (2006), La lingua dimenticata della cometa (2007), Chiedi alle
nuvole chi sono (2008), L’allungo del mezzofondista (2011).
©DeniseInguanta
Giorgio Bona
"L'allungo del mezzofondista"
Iris 4 Edizioni
110 pp., 13,50 euro
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