mercoledì 16 settembre 2015

EMPEDOCLE, L’ENORME VULCANO SOTTOMARINO DAVANTI ALLA COSTA AGRIGENTINA

A 40 km al largo di Capo Bianco, di fronte a Sciacca, e quindi non lontano dalle coste agrigentine, esiste un immenso vulcano sottomarino che è stato battezzato ”Empedocle”, dal nome del filosofo e naturalista greco che si gettò a capofitto nel cratere dell’Etna per svelare il segreto della sua incessante attività eruttiva.
La scoperta è stata fatta da Domenico Macaluso nel corso di una crociera oceanografica nata col proposito di fare un documentario scientifico-divulgativo su quel che resta dell’Isola Ferdinandea, la mitica «isola che non c’è più», emersa proprio di fronte a Sciacca nel giugno del 1831, e inabissatasi pochi mesi dopo, mentre era ancora in corso una vivace disputa sul suo possesso fra il Regno delle due Sicilie, l’Inghilterra e la Francia.
A conclusione della campagna oceanografica i ricercatori hanno fissato su una parete rocciosa di Empedocle una targa commemorativa che ricorda il filosofo della Magna Grecia.
Studi approfonditi hanno rivelato che, in realtà, l’Isola Ferdinandea costituiva uno dei coni accessori di Empedocle, un edificio vulcanico che si aggira intorno ai 400 metri di profondità e paragonabile all’Etna per larghezza della base, che misurerebbe, infatti, 30 km per 25 km.
Empedocle si sarebbe formato svariati milioni di anni fa, quando, a causa della collisione fra Africa e Europa, si sono aperte profonde fratture che hanno dato vita al Canale di Sicilia, provocando la formazione di diversi vulcani sottomarini.
Empedocle è un vulcano attivo ed è tenuto sotto stretta osservazione. Quindi l’eruzione sottomarina non è improbabile e, d’altronde, il vulcanesimo nel Canale di Sicilia è un fenomeno ben noto agli studiosi.
Una sua eruzione violenta provocherebbe, oltre a un terremoto, anche uno tsunami che raggiungerebbe le coste della Sicilia sud-occidentale nel giro di 10-12 minuti.
Nonostante siano passati diversi anni dalla scoperta, Empedocle è ancora oggetto di studio insieme a tutta la zona circostante denominata “Campi Flegrei del Mar di Sicilia”.
©DeniseInguanta 


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