In gara a Berlino, "Leonora addio" sarà in sala il 17 febbraio.
“Leonora addio”, il film che Paolo Taviani ha presentato in concorso al festival di Berlino, contiene una storia in bianco e nero che racconta la vera e incredibile vicenda delle ceneri di Pirandello e un breve episodio a colori sull’ultimo racconto dell’autore siciliano, “Il chiodo”. Fabrizio Ferracane è l’interprete principale del film.
Sono passati dieci anni dall’Orso d’Oro vinto da Paolo con il fratello Vittorio per “Cesare non deve morire”. Questa volta a Berlino ha portato un film su una vicenda tanto reale quanto grottesca, paradossale, tragica e comica. Pirandello voleva che la sua morte fosse avvolta nel silenzio, le sue ceneri sparse subito oppure messe in un’urna sotto una pietra della campagna agrigentina. In realtà venne seppellito dopo 15 anni dalla morte. Il regista ripercorre quel lunghissimo viaggio di ritorno nella sua terra.
Taviani racconta: “Ho ritrovato un’intervista un anno fa, era uscito “Kaos” con molto successo a Parigi. E in quest’intervista c’era Vittorio accanto a me, concludo dicendo: ‘ma noi volevamo fare anche un altro racconto, perché.. e raccontavo un po’ quello che era stato il funerale di Pirandello. Andammo dal produttore e gli dicemmo: guarda, così e così.. E lui disse: bello, bellissima idea. Non c’è una lira, non si fa”.
Il regista, oggi 91enne, ha ripensato a quella storia e l’ha voluta portare sullo schermo, anche per rendere omaggio al drammaturgo siciliano, che aveva già ispirato “Kaos” e “Tu ridi”.
“Ho utilizzato il materiale che si conosceva, molte cose me le sono inventate, e poi ho pensato che dovevo accompagnare questo funerale, questo Pirandello che se ne va.”
Nel film di Taviani emergono tanti elementi, dalla burocrazia all’ingerenza della Chiesa, all’impotenza dell’individuo, che sembrano costanti nella storia degli Italiani. “Non solo degli italiani, però, direi - afferma Taviani - che è un po’ la natura umana. Non è solo una caratteristica più o meno regionale. L’umanità è complicata.”
"Leonora addio" racconta i tre funerali fatti a Pirandello, ma la storia si intreccia con l'uccisione, avvenuta a Brooklyn, di un giovane immigrato siciliano. Le ceneri dello scrittore dovranno attraversare l'Italia in un viaggio da Roma ad Agrigento, patria di Pirandello; infatti, dopo la sua morte, avvenuta nel 1936, è stato sepolto nel cimitero del Verano e solo nel '47 è tornato nella sua terra natìa, grazie a un gruppo di studenti che ha esortato il sindaco di Agrigento. Il viaggio verso la Sicilia è strato travagliato tanto quanto la sepoltura, non avvenuta subito, bensì quindici anni dopo la dipartita di Pirandello.
A chiudere la storia delle peregrinazioni delle ceneri dello scrittore, che solo diversi anni dopo la morte hanno trovato pace, è l'ultimo racconto di Pirandello, scritto proprio qualche settimana prima del suo addio a questo mondo. Si tratta de "Il chiodo", che narra di un giovane, che viene costretto dal padre a lasciare la sua Sicilia e la madre, per raggiungere l'America. La nostalgia dalla sua terra natìa, la lontananza dalla figura materna e la sua nuova vita oltreoceano lo porteranno, però, a compiere un gesto estremo e violento.
Com.Stam.
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