Torna “Le Vie dei Tesori”: è infatti tutto pronto per la 14esima edizione del festival, che si svolgerà in quindici città e borghi di tutta la Sicilia nei 9 weekend compresi tra il 12 settembre e l’8 novembre.
Quest’anno la manifestazione, che rappresenta ormai uno dei più grandi festival italiani dedicati al patrimonio culturale delle città, si svolgerà nel rispetto delle misure necessarie di prevenzione anti Covid. I luoghi saranno visitabili a piccoli gruppi, di diverso numero di partecipanti a seconda dello spazio e delle caratteristiche, ed è stato istituito ovunque un sistema di prenotazione non obbligatoria ma fortemente consigliata.
Si tratta di una grande occasione di riappropriazione dei luoghi da parte dei cittadini e di una straordinaria opportunità per i turisti. Saranno tanti i tesori visitabili, luoghi, in gran parte, di solito chiusi o non raccontati: terrazze, giardini, cupole, musei, chiese e palazzi storici.
Si parte il 12 settembre con sette città, per tre weekend, fino al 27 settembre: Messina, Caltanissetta, Trapani, Marsala, Mazara del Vallo, Bagheria e Sambuca di Sicilia; il 26 settembre, invece, sarà la volta di Naro. Il 3 ottobre il testimone passa a Sciacca, Palermo, Catania, Ragusa, Noto e Scicli, il 10 ottobre sarà il turno di Monreale. Tutti questi luoghi diventeranno grandi musei diffusi.
Dunque, per la provincia di Agrigento, saranno coinvolte Sciacca, Sambuca di Sicilia e Naro.
Famosa per la grande tradizione delle ceramiche e del corallo, Sciacca è la città delle leggende e dei miraggi: da Dedalo, che costruisce le famose Stufe di San Calogero sul monte Kronio, all’isola Ferdinandea, che sbuca dalle acque e si inabissa dopo poche settimane, lasciando tutti di stucco. Qui si trovano tracce di un tempo che risale ad almeno mille anni prima dell’era cristiana, da lì in poi sono giunti tutti: Fenici, Greci, Cartaginesi e Romani, Arabi e Normanni, Svevi e Angioini, attratti dalle polle di acqua termale. Sotto i Peralta divenne importantissima, eresse i suoi palazzi, discusse da pari a pari con la vicina Girgenti. Millenni di storia da percorrere lungo l’itinerario de “Le Vie dei Tesori”.
Sambuca, con le sue stradine strette di cui il terremoto non è riuscito a distruggere la pianta antica, è un meraviglioso borgo eletto tra i più belli d’Italia. Passeggiare qui vuol dire ritrovare un vivere lento, fatto di chiacchiere assolate, dolci eccezionali, vini liquorosi che fermentano nelle pirrere scavate nel tufo, antichi palazzi nobiliari, resti di un Ottocento glorioso che collezionava vasi attici; e ancora, le torri, i forni, l’arabo Mazzallakkar, il teatro gioiello, la fondazione dedicata al pittore degli umili mestieri. Saranno tanti i luoghi da scoprire durante quella che è per Sambuca la seconda edizione de “Le Vie dei Tesori”.
Denominata la “Fulgentissima” da Federico II, nel 1200 Naro era tutta raccolta in una cinta fortificata su cui si aprivano cinque porte. Ne è rimasta in piedi solo una, la Porta d’Oro, esempio di un piccolo gioiello medievale che poi si srotola nel Barocco. Il nome attuale potrebbe derivare dal greco naròn (liquido, corrente), dal fenicio nahar (fiamma), dall’arabo nahar (fiume). Castelli, chiese e monasteri la punteggiano ovunque, in un intreccio di storie, culture e religioni di cui è simbolo la chiesa Madre, un tempo moschea. Luoghi che saranno visitabili durante “Le Vie dei Tesori”, che per la sua seconda edizione si svolgerà in sette tappe, tutte da scoprire in un unico weekend.
©DeniseInguanta
Articolo presente su InfoAgrigento
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