venerdì 29 marzo 2019

Al Teatro Sant'Afra di Brescia va in scena "Marzia e il salumiere" di Patrizio Pacioni


«Marzia e il salumiere - Storia di un fiore reciso» di Patrizio Pacioni, una produzione “Le ombre di Platone”, andrà in scena il prossimo 6 aprile in anteprima nazionale al Teatro Sant’Afra di Brescia, con la regia di Mario Mirelli, per l’interpretazione di Massimo Pedrotti e Chiara Pizzatti.






Dopo "La verità nell'ombra" (dramma sulla strage di Portella della Ginestra inserito nel cartellone 2014/2015 del Centro Teatrale Bresciano e andato in scena nel marzo 2015), "Diciannove più uno" (vincitore di numerosi concorsi di drammaturgia e insignito nel 2018 del Premio “Va in scena lo Scrittore” dalla F.U.I.S. Federazione Unitaria Stampa Italiana) e «Borsellino e l’Olifante» messo in scena nel 2017, come i precedenti, dal più antico e importante gruppo teatrale carcerario, la “Compagnia Stabile Assai” i cui componenti vantano tra i propri successi anche il prestigioso Orso d’Oro del Festival di Berlino 2012 con il film «Cesare deve morire» dei fratelli Taviani, Patrizio Pacioni prosegue il suo percorso di "teatro d’inchiesta".

In questa occasione si occupa di uno dei casi di cronaca più oscuri e cruenti che abbiano mai colpito il territorio bresciano: con il dramma «Marzia e il salumiere» (che ha a sua volta ricevuto numerosi riconoscimenti in importanti concorsi di drammaturgia) ha inteso rendere un devoto e sentito omaggio alla memoria della piccola Marzia Savio, rapita e brutalmente uccisa nel gennaio 1982 a Rivoltella del Garda.




Foto di scena



Nella pièce si sviluppa in modo onirico, in una realtà alternativa nella quale finirà per invertirsi il tradizionale rapporto vittima-carnefice, un complesso e articolato confronto tra Marzia e il suo assassino, Alfio Torazzina. Solo dopo che ciascuno avrà trovato piena consapevolezza del proprio ruolo e della propria sorte, si arriverà al drammatico scioglimento dei nodi intrecciati dal destino.





Patrizio Pacioni 



È in uscita, inoltre, l'omonimo libro "Marzia e il salumiere" scritto da Patrizio Pacioni e edito dalla casa editrice Serena. 




Foto di scena 



«Marzia e il salumiere» è una pièce di teatro incivile. L'arte oggi vive nell'immutabile deserto dell'indifferenza della società e della politica, spesso asservita al potere o avvilita dal potere. Con un atteggiamento di autocompiacimento da minoranza eletta, i teatranti si dedicano al cosiddetto "Teatro civile" che spesso è solo una maschera, peraltro inefficace, indossata allo scopo di quietare le coscienze, imitando le tecniche del giornalismo, proprio come taluni giornalisti scimmiottano le tecniche del teatro. Il teatro civile è arte "educata", che sta "al suo posto", civile appunto. «Marzia e il salumiere» vuole, invece, essere in-civile, vuole scuotere gli animi, mettere il pubblico di fronte a una realtà scomoda, far svanire l'illusione rassicurante che ci si possa sempre e comunque identificare con la vittima, evitando di far lo stesso con il carnefice. La terribile vicenda di Alfio Torazzina ci mette al cospetto dell'orrore che alberga, in misura diversa, nella profondità di ogni coscienza, nelle pieghe della mente di ognuno di noi. Attraverso archetipi quali l'idea di vendetta, di giustizia superiore, di lato oscuro nascosto dalla maschera sociale, lo spettacolo vuole spingere chi vi assiste a non autoassolversi di fronte all'orrore, a inquietarsi, stupirsi, a porsi mille domande. Gli attori si cimentano in prima persona in un gioco d'immedesimazione continuo, mediato da vari linguaggi teatrali, che vuole coinvolgere anche lo spettatore perché, per parafrasare Fabrizio De André, “anche se ci sentiamo assolti, siamo lo stesso coinvolti”. 
Mario Mirelli

Comunicato stampa


















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