Il Liceo classico Empedocle di Agrigento in collaborazione con la Casa del
Musical, domani, 28 maggio, alle ore 20.00, metterà in scena, presso il Teatro
Pirandello di Agrigento, “ Il riflesso di Ippolito” di Marco Savatteri.
L’evento rientra in un progetto di alternanza scuola-lavoro che ha come
referenti le docenti Anna Maria Di Nolfo e Josè Miccichè ed è sostenuto dalla
Fondazione Empedocle e dal Dirigente scolastico, Anna Maria Sermenghi.
Trama
La tragedia di Euripide racconta la storia di Ippolito, figlio di Teseo, re
di Atene, e della regina delle Amazzoni, il quale è un giovane che si dedica esclusivamente alla
caccia e al culto di Artemide,
trascurando completamente tutto ciò che riguarda la vita comunitaria e la
sessualità. Per tale motivo Afrodite decide di
punirlo suscitando in Fedra, seconda moglie di Teseo e quindi matrigna di
Ippolito, un' insana passione per il giovane.
Dietro le insistenze della Nutrice perché confessi la causa del suo
malessere, Fedra rivela il suo il segreto. La Nutrice, tentando in buona fede
di aiutare Fedra, lo rivela a Ippolito, imponendogli il giuramento di non farne
parola con nessuno. La reazione del giovane è rabbiosa e offensiva, al punto
che Fedra, sentendosi umiliata, decide di darsi la morte. Prima di impiccarsi lascia
per salvare il suo onore un biglietto in cui accusa Ippolito di averla
violentata.
Quando Teseo, tornato da fuori città, scopre il cadavere della moglie e il
biglietto, lancia una maledizione nei confronti di Ippolito. Il giovane dice
al re di non avere alcuna responsabilità, ma non può raccontare l'intera storia
perché vincolato dal giuramento fatto alla Nutrice. Teseo non gli crede e lo
bandisce da Atene. Mentre Ippolito sta lasciando la città su un carro con i
suoi compagni, la maledizione puntualmente si compie: un toro mostruoso uscito
dal mare fa imbizzarrire i cavalli, che fanno schiantare il carro contro le
rocce.
Ippolito viene riportato agonizzante a Trezene, dove appare
Artemide. La dea espone a Teseo la verità sui fatti, dimostrando quindi
l'innocenza di Ippolito. Il re si rivolge allora al figlio, ottenendone in
punto di morte il perdono.
©DeniseInguanta
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