Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha annunciato in conferenza stampa le misure per il contenimento dell’emergenza Covid-19 nella cosiddetta “fase due”. Tra le disposizioni contenute nel testo anche la riapertura dei musei e dei siti archeologici prevista per il prossimo 18 maggio.
Ripartire, dunque, dalla bellezza dell’arte e della cultura? Sicuramente si tratta di un’ottima premessa, uno di quei buoni propositi che però dovranno trovare una valida applicazione nei fatti e in tutto il complesso sistema organizzativo che sta dietro all’apertura dei musei, delle mostre e dei parchi archeologici.
In attesa dell’ufficializzazione delle linee guida sulle modalità di riapertura al pubblico e sulle condizioni riguardanti la fruizione delle opere d’arte, da alcune istituzioni culturali presenti in Sicilia, come già accaduto per quelle presenti nel resto d’Italia, arriva la denuncia sull’impossibilità di riaprire in modo efficiente già a partire da questo mese.
Valle dei Templi |
La provincia di Agrigento, come il resto della Sicilia, possiede un numero cospicuo di beni culturali che prima della pandemia erano aperti regolarmente al pubblico e che erano visitati dai turisti di tutto il mondo, senza contare il fatto che, spesso, fruitori dei luoghi culturali erano anche le scolaresche. Ma a partire dal l8 maggio, con le scuole chiuse e il turismo fermo, chi potrebbe garantire l’afflusso, seppure moderato e controllato, dato che occorre continuare a rispettare le predisposizioni sul distanziamento sociale, nei suddetti luoghi culturali?
Occorrono strumenti immediati atti a garantire gli ingressi contingentati, questo al di là del fatto che al momento non si prevede un grande flusso di visitatori, termoscanner, dispenser di igienizzanti a portata di tutti e una serie di altri validi strumenti utili alla gestione dell’attuale situazione costantemente minacciata dal Covid-19. Senza dimenticare il fatto che un afflusso limitato di persone vuol dire, ovviamente, minore incasso da parte delle stesse istituzioni culturali.
Tutto ciò implica che difficilmente a partire dal prossimo 18 maggio i luoghi culturali potranno effettivamente essere riaperti al pubblico, ma bisognerà, in molti casi, aspettare ancora un po’.
Ripartire anche dalla cultura, dunque, si annuncia già come un’impresa ardua. E come farà la provincia di Agrigento e la Sicilia tutta a cercare di uscire da questa situazione di stallo con i beni culturali non a pieno regime e il turismo fermo? Al momento a questa domanda cruciale non è dato dare una risposta esaustiva.
©DeniseInguanta
Articolo presente su InfoAgrigento
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