"I Duchi dell’Entropia", edito da Monetti, è l’ultima fatica letteraria di Alessandro Puma, docente siciliano che da anni vive al Nord.
Si tratta di una cosiddetta “space opera”, ma riveduta e corretta secondo nuovi canoni e gusti personali dell’autore definiti deliranti dallo stesso.
254 pagine, 18 € |
Lo stile è surrealista e l’opera si occupa degli aspetti più paradossali e assurdi dell’esistenza, sposandosi con i personaggi e le situazioni descritte.
Ciò che può essere innovativo nel romanzo è però rappresentato non solo dalla ‘vischiosità’ simile all’inchiostro di cui sarebbe impregnato il sub-spazio (qui chiamato inso-realtà) ma anche dal dominio che alcuni potentati esercitano sul futuro assetto dell’universo. Tra questi ci sono i Duchi entropici, una casta di guerrieri ‘metafisici’ che hanno fatto dell’assassinio un’opera d’arte. A tal proposito, per addestrarli e liberarli dalle antiquate e preconcette idee di pietà, empatia e sentimento, costringono i loro figli a frequentare delle particolari scuole punitive pomposamente chiamate “cattedrali delle lacrime”. Contro questa mentalità cripto-nazista o schizoide si troverà a combattere il protagonista della storia, il figlio di uno di questi Duchi, chiamato Nicodemus, il quale, fin dalle prime battute, si presenta, per le sue eccezionali qualità caritatevoli ma bellicose al tempo stesso, come lo Khzar-Avartin, cioè il Messia da lungo tempo profetizzato, che cambierà il volto dell’universo. Non mancano altre caste sociali come quella delle Vestali del sangue, assassine-prostitute definitive, l’ordito di trame dalla complessità bizantina e il riscatto di una stirpe di schiavi come quella degli uomini-nave, utilizzati per le traversate spaziali.
Le tematiche affrontate riguardano: la diffusione dilagante della crudeltà e della mancanza di empatia tra gli esseri umani, la trasformazione degli individui in esseri simili alle macchine/robot, la speranza nella nascita di un mondo nuovo.
Uno dei punti di forza di questo libro è rappresentato dall’uso dell’ironia che pervade l’intero racconto e che contribuisce a dare quella leggerezza che rende la lettura più scorrevole. Non mancano, di certo, situazioni paradossali, che sulla scia proprio della citata ironia contribuiscono a rendere marcata la cifra stilistica dell’autore, il quale dietro battute sagaci e divertenti mira a raccontare grandi verità esistenziali.
È un libro di grande impatto che vuole arrivare a un ampio pubblico di lettori, dagli adulti amanti del genere letterario in questione ai più giovani che, pagina dopo pagina, si lasceranno conquistare dalla storia avvincente.
La fantasia dell’autore disegna, come una matita, personaggi e paesaggi in maniera molto dettagliata tanto che il lettore non può che lasciarsi andare al ritmo del racconto, tra suspence e vicissitudini vissute dal protagonista Nicodemus.
Nell’opera vengono analizzati e messi a confronto, mediante le caratteristiche dei personaggi, anche due universi apparentemente contrapposti e cioè quello maschile e quello femminile.
Di sicuro il protagonista Nicodemus colpisce per il suo essere davvero un piccolo grande eroe e per il suo battersi, anche a prezzo di sacrificio, per il raggiungimento dei suoi obiettivi ma soprattutto per la realizzazione di un mondo più giusto in cui possa regnare la pace e la giustizia.
Perché leggere I Duchi dell’Entropia? Perché presenta una storia avvincente dal ritmo incalzante, perché i personaggi e gli ambienti sono così ben delineati da avvertirli come reali e perché fa sempre bene credere in un mondo migliore anche se un pensiero positivo di tal genere può rivelarsi un’utopia.
©DeniseInguanta
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