"Diario di Lo" è l'ultimo libro di Pia Pera.
18,00 euro, pagine 432
IL LIBRO
Ci sono personaggi, nei romanzi, che non parlano mai, sono raccontati da altri, visti dall’esterno. Succede a tutti di avere il desiderio di sentirne la voce per poter afferrare la storia anche dal loro punto di vista. Così è successo a Pia Pera che, agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, quando era una promessa della letteratura italiana, ha tirato fuori dalle pagine di un capolavoro amatissimo la coprotagonista, la Lolita di Nabokov raccontata da Humbert Humbert, e l’ha messa sulla scena del suo primo e unico romanzo, facendola parlare in prima persona, mostrandoci la sua versione dei fatti. Che non è quella della vittima di un pedofilo ma di un’adolescente in rivolta contro il mondo degli adulti, che lotta con ogni mezzo – lecito o illecito – per sopravvivere nella realtà cruda in cui si trova: e quindi è seduttrice e sedotta, matura e infantile, cinica e ingenua, ribelle e idealista. Ma soprattutto è sfrontata e irriverente, demistifica ogni assoluto e ha il dono di dire sempre tutta la verità, come solo gli adolescenti sanno fare. E come in fondo sapeva fare straordinariamente bene anche Pia Pera.
L’AUTRICE
Pia Pera (1956-2016) ha scritto di natura paesaggio e giardino in L’orto di un perdigiorno (Ponte alle Grazie), Contro il giardino (Ponte alle Grazie), La virtù dell’orto (Ponte alle Grazie), Le vie dell’orto (Terre di Mezzo), Il giardino che vorrei (Ponte alle Grazie). Ha pubblicato due libri di narrativa, La bellezza dell’asino e Diario di Lo; tra i classici russi da lei curati e tradotti, Tre racconti di Čechov (Voland), Vita dell’Arciprete Avvakum (Adelphi) e Evgenij Onegin di Puškin (Marsilio). Per Salani ha tradotto Il giardino segreto di Frances Hodgson Burnett, di cui ha realizzato una trascrizione teatrale insieme a Lorenza Zambon. Il suo ultimo libro, Al giardino ancora non l’ho detto, pubblicato nel 2016, è la storia della sua malattia.
Comunicato stampa Ponte alle Grazie
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