Il
26 Aprile scorso è ricorso il trentesimo anniversario del disastro di
Chernobyl.
Come
spesso avviene, in occasione di un anniversario si risveglia l’attenzione su un
tema dimenticato. Il mondo si chiede che cosa succede là dove è avvenuto uno
dei più gravi disastri della storia e quale prezzo pagano ancora la natura, gli
animali e gli uomini.
Chernobyl |
Il
disastro avvenne, dunque, nel 1986 ed è
stato il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare, tanto da
essere classificato come catastrofico con il
livello 7. Avvenne presso la centrale nucleare V.I. Lenin, situata in Ucraina settentrionale, all'epoca parte dell'URSS.
Le cause furono indicate variamente in gravi mancanze da
parte del personale, in problemi relativi alla struttura e alla progettazione
dell'impianto stesso e nella sua errata gestione economica e amministrativa.
Nel corso di un test definito di sicurezza il personale si
rese responsabile della violazione di svariate norme di sicurezza e di buon senso, portando a un brusco e
incontrollato aumento della potenza e quindi della temperatura di uno dei reattori.
Ciò innescò una fortissima esplosione che provocò lo
scoperchiamento del reattore e di conseguenza causò un vasto incendio.
Una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì dal reattore e ricadde su
vaste aree intorno alla centrale, contaminandole pesantemente e rendendo
necessaria l'evacuazione.
Materiale radioattivo raggiunse gran parte dell’Europa fino a
giungere in Nord America.
Molti furono i morti e tantissime le persone che si
ammalarono a causa delle radiazioni.
Il governo sovietico inizialmente cercò di tenere nascosta la
notizia del grave incidente nucleare. Impiegarono diversi giorni per rendersi
conto della gravità del fatto ma nonostante la situazione risultasse subito
disperata un velo di omertà si stese sull'URSS.
Successivamente la situazione divenne così grave da non
potere essere più nascosta così giunse in tutta Europa creando grande panico.
Altissimi furono i livelli di allarme anche in Italia, dove
per lungo periodo si chiese alla popolazione di non bere latte o cibarsi di
determinati alimenti ritenuti a rischio contaminazione.
Dopo i primi provvisori provvedimenti presi d’emergenza, solo
alla fine degli anni novanta si è costruito un sarcofago che è stato
posizionato a copertura del reattore in modo da scongiurare il pericolo di
fuoriuscita di materiale radioattivo. Tale sarcofago è tato voluto in occasione
del G7 di Denver.
Tuttavia ancora oggi ci sono associazioni antinucleariste
internazionali, come Greenpeace, che sostengono che la stima di decessi legati
al disastro andrebbe maggiorata rispetto ai dati ufficiali.
A trent’anni dal disastro gli effetti sul territorio
circostante Chernobyl e sulla sua popolazione sono ancora evidenti.
Anche per il ricordo di questa terribile tragedia si è
tornato a parlare di fonti di energia rinnovabile alternativa al nucleare come
quella eolica, geotermica, idroelettrica, marina, solare e le biomasse.
Le energie rinnovabili sono forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili, che sono invece considerate energie non rinnovabili, e molte di
esse hanno la peculiarità di essere "energie pulite", ovvero di non
immettere nell'atmosfera sostanze inquinanti e/o climalteranti,
quali ad esempio la CO2.
Per tale motivo, sono alla base della cosiddetta "politica verde".
In più le energie rinnovabili permettono l'uso di metodi sostenibili per il loro sfruttamento; in tal caso,
il loro utilizzo non pregiudica le stesse risorse naturali per le generazioni
future.
Inoltre, ulteriori disastri nucleari più recenti, come quello
di Fukushima, hanno reso sempre più impellente la necessità di rivedere
l’utilizzo del nucleare, avviando una politica sempre più urgente di ricerca di
nuove fonti di energia.
Per questo, in alcuni casi, ci sono stati pure referendum
atti ad interrogare la popolazione circa la volontà di ospitare o meno
all'interno del proprio territorio centrali nucleari.
Il trentesimo anniversario del disastro di Chernobyl ha
scosso nuovamente le coscienze portandole ad interrogarsi sulla pericolosità di
talune pratiche legate all'approvvigionamento di energia e ha senza dubbio
messo in luce il fatto che moltissime persone chiedono la chiusura delle
centrali nucleari, puntando su fonti meno potenti ma sicuramente più sicure e
rispettose dell’ambiente e della salute degli uomini e, in generale, di tutti
gli esseri viventi.
©DeniseInguanta
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