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venerdì 19 agosto 2016

DAL NUCLEARE ALLE ENERGIE RINNOVABILI, RICORDANDO CHERNOBYL

Il 26 Aprile scorso è ricorso il trentesimo anniversario del disastro di Chernobyl.

Come spesso avviene, in occasione di un anniversario si risveglia l’attenzione su un tema dimenticato. Il mondo si chiede che cosa succede là dove è avvenuto uno dei più gravi disastri della storia e quale prezzo pagano ancora la natura, gli animali e gli uomini.
Chernobyl

Il disastro avvenne, dunque, nel 1986 ed  è stato il più grave incidente mai verificatosi in una centrale nucleare, tanto da essere classificato come catastrofico con il livello 7. Avvenne presso la centrale nucleare V.I. Lenin, situata in Ucraina settentrionale, all'epoca parte dell'URSS.

Le cause furono indicate variamente in gravi mancanze da parte del personale, in problemi relativi alla struttura e alla progettazione dell'impianto stesso e nella sua errata gestione economica e amministrativa.
Nel corso di un test definito di sicurezza il personale si rese responsabile della violazione di svariate norme di sicurezza e di buon senso, portando a un brusco e incontrollato aumento della potenza e quindi della temperatura di uno dei reattori.
Ciò innescò una fortissima esplosione che provocò lo scoperchiamento del reattore e di conseguenza causò un vasto incendio.

Una nuvola di materiale radioattivo fuoriuscì dal reattore e ricadde su vaste aree intorno alla centrale, contaminandole pesantemente e rendendo necessaria l'evacuazione.
Materiale radioattivo raggiunse gran parte dell’Europa fino a giungere in Nord America.
Molti furono i morti e tantissime le persone che si ammalarono a causa delle radiazioni.

Il governo sovietico inizialmente cercò di tenere nascosta la notizia del grave incidente nucleare. Impiegarono diversi giorni per rendersi conto della gravità del fatto ma nonostante la situazione risultasse subito disperata un velo di omertà si stese sull'URSS.

Successivamente la situazione divenne così grave da non potere essere più nascosta così giunse in tutta Europa creando grande panico.
Altissimi furono i livelli di allarme anche in Italia, dove per lungo periodo si chiese alla popolazione di non bere latte o cibarsi di determinati alimenti ritenuti a rischio contaminazione.

Dopo i primi provvisori provvedimenti presi d’emergenza, solo alla fine degli anni novanta si è costruito un sarcofago che è stato posizionato a copertura del reattore in modo da scongiurare il pericolo di fuoriuscita di materiale radioattivo. Tale sarcofago è tato voluto in occasione del G7 di Denver.

Tuttavia ancora oggi ci sono associazioni antinucleariste internazionali, come Greenpeace, che sostengono che la stima di decessi legati al disastro andrebbe maggiorata rispetto ai dati ufficiali.

A trent’anni dal disastro gli effetti sul territorio circostante Chernobyl e sulla sua popolazione sono ancora evidenti.

Anche per il ricordo di questa terribile tragedia si è tornato a parlare di fonti di energia rinnovabile alternativa al nucleare come quella eolica, geotermica, idroelettrica, marina, solare e le biomasse.
Le energie rinnovabili sono forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili, che sono invece considerate energie non rinnovabili, e molte di esse hanno la peculiarità di essere "energie pulite", ovvero di non immettere nell'atmosfera sostanze inquinanti e/o climalteranti, quali ad esempio la CO2. Per tale motivo, sono alla base della cosiddetta "politica verde".
In più le energie rinnovabili permettono l'uso di metodi sostenibili per il loro sfruttamento; in tal caso, il loro utilizzo non pregiudica le stesse risorse naturali per le generazioni future.

Inoltre, ulteriori disastri nucleari più recenti, come quello di Fukushima, hanno reso sempre più impellente la necessità di rivedere l’utilizzo del nucleare, avviando una politica sempre più urgente di ricerca di nuove fonti di energia.
Per questo, in alcuni casi, ci sono stati pure referendum atti ad interrogare la popolazione circa la volontà di ospitare o meno all'interno del proprio territorio centrali nucleari.


Il trentesimo anniversario del disastro di Chernobyl ha scosso nuovamente le coscienze portandole ad interrogarsi sulla pericolosità di talune pratiche legate all'approvvigionamento di energia e ha senza dubbio messo in luce il fatto che moltissime persone chiedono la chiusura delle centrali nucleari, puntando su fonti meno potenti ma sicuramente più sicure e rispettose dell’ambiente e della salute degli uomini e, in generale, di tutti gli esseri viventi.

©DeniseInguanta

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