L'unione
civile indica nell'ordinamento
italiano l'istituto
giuridico di diritto pubblico, analogo al matrimonio, che comporta il riconoscimento giuridico della coppia
formata anche da persone dello stesso sesso ed è finalizzato a stabilirne diritti e
doveri reciproci.
L’istituto è in vigore dal 5 giugno scorso ed è
indicato anche come legge Cirinnà poiché prende il nome dalla senatrice Monica Cirinnà, promotrice e prima firmataria della norma.
L’unione civile non è un istituto del tutto
nuovo, nel senso che fu proposto per la prima volta già nel 1986 con la
Interparlamentare Donne Comuniste e anche grazie all'Arcigay, l’associazione
per i diritti degli omosessuali, si cominciò a parlare in Parlamento di leggi a
tutela delle coppie gay.
A partire dagli anni Novanta sia alla Camera che al
Senato vengono presentate numerose proposte di legge al riguardo e anche il
Parlamento Europeo chiede la parificazione dei diritti delle coppie gay,
approvando, a partire dagli anni Duemila, una risoluzione sui diritti umani nella quale ribadisce la propria richiesta agli Stati membri di abolire qualsiasi
forma di discriminazione per orientamento sessuale.
Si inizia così a parlare di Pacs, cioè di patti
civili di solidarietà, aventi analoghi funzioni di tutela.
Nel 2007 il Consiglio dei Ministri ha
deliberato un disegno di legge avente come oggetto l’unione civile,
formalizzandone il riconoscimento sotto il nuovo nome di DICO. L’iter è stato
poi interrotto dalla caduta del governo.
Da allora il dibattito riguardante le unioni
civili è stato sempre molto vivo in Parlamento, dove le forze politiche,
favorevoli o contrarie, si sono affrontate sul tema.
La questione della tutela dei diritti delle
coppie omosessuali interessa naturalmente l’opinione pubblica internazionale,
anche perché risultano essere molto diffusi gli esempi di intransigenza nei
confronti dell’omosessualità.
Tutt'oggi la comunità gay ha incontrato
difficoltà ad autoaffermarsi poiché vittima di comuni pregiudizi ancora molto
diffusi.
Inoltre le religioni solitamente condannano
l’omosessualità.
Esempio recente di omofobia è quello
verificatosi ad Orlando, dove in un locale, il “Pulse”, frequentato
prevalentemente da gay Omar Mateen ha ucciso numerose persone facendo irruzione
con armi da guerra ed è stato, a sua volta, ucciso dalla polizia. L’uomo aveva
telefonato al 911 dicendo di dichiarare fedeltà al leader dell'Is.
Si è poi saputo che Omar Mateen era un
musulmano estremista e che forse era egli stesso gay. Con il terribile gesto ha
quindi voluto punire gli omosessuali condannati dalla sua religione.
Il killer frequentava regolarmente il Pulse ed
era iscritto in una chat gay. Inoltre era una guardia giurata ed era quindi
esperto nel maneggiare le armi.
La terribile vicenda di Orlando ha segnato
l’opinione pubblica internazionale e ha messo in luce, ancora una volta, il
fatto che l’odio verso ciò che è reputato diverso è ancora molto radicato.
A livello mondiale la situazione riguardante i
diritti dei gay è ancora molto complessa. Mentre nei Paesi più moderni vi è una
maggiore apertura al riguardo, tanto che in alcuni Stati è ammesso il
matrimonio gay, in altri posti, come nel mondo musulmano, essere omosessuale è
considerato un reato perseguibile con la condanna a morte.
In Italia, quindi, la situazione è in fase di
evoluzione poiché non tutti ammettono le unioni civili gay e il dibattito tra
favorevoli e contrari è ancora aperto.
La presenza di una legge di tutela al riguardo
rappresenta sicuramente un passo avanti, ma nel nostro Paese la strada verso il
pieno riconoscimento dei diritti degli omosessuali è ancora lunga.
©DeniseInguanta
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