Terrorismo
e immigrazione, due temi che attualmente si presentano sempre più spesso in
coppia, dati i recenti attentati di matrice islamica.
La
paura dell'Is e di tutti i movimenti legati al fondamentalismo islamico ha
portato alla diffusione, soprattutto a livello mediatico, di uno stato di
terrore in cui molti cittadini, soprattutto nelle grandi città europee e
americane ma non solo, versano.
L’attentato
di Charlie Hebdo, di Bruxelles, di Parigi e altre luttuose vicende hanno
segnato fortemente lo stile di vita di molti cittadini che si sono ritrovati a
fare i conti con il problema della sicurezza soprattutto in alcuni punti
ritenuti sensibili, cioè facilmente soggetti a stragi, come aeroporti e
metropolitane.
A
seguito di ciò i servizi segreti internazionali si sono attivati per aumentare
i controlli e rendere più sicuri, nei limiti del possibile, le città, in
particolare quelle più a rischio.
Infatti, per ciò che riguarda l’Unione Europea in
particolare, la massa di persone in movimento verso lo spazio comunitario,
oltre a costituire un’emergenza di carattere umanitario, sanitario e di ordine
pubblico, può presentare insidie sul piano della
sicurezza.
Anche perché le migrazioni verso l’Europa sono mutate con
l’arrivo sempre più consistente di profughi, in fuga da aree
di crisi e di conflitto, attraverso due rotte principali,
quella nordafricana o del Mediterraneo centrale, che porta
alle coste italiane, e quella anatolico balcanica che investe la Grecia e i Paesi
dell’Europa centro orientale.
Il trasferimento degli immigrati dalle aree di origine
a quelle di destinazione costituisce un business rilevante per diversi circuiti illegali dediti
al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina i quali, forti del controllo
del territorio, assicurano il necessario sostegno logistico anche in termini di
approvvigionamento di documenti falsi o rubati.
Da ciò nasce il timore di possibili contaminazioni tra immigrazione clandestina e
terrorismo.
La discussione circa infiltrazioni terroristiche tra i
migranti in cerca di aiuto sono all'ordine del giorno ogni volta che si
verifica un attentato e ciò ha portato, in molti casi, ad un atteggiamento di
chiusura, anche in termini di frontiere, nei confronti del fenomeno
dell’immigrazione.
Ormai sono migliaia i disperati che dalla Siria o da
altri Paesi si accalcano alle porte dell’Europa per sfuggire a guerre, fame ed
atrocità di ogni genere.
A seguito di questa tragica situazione, data la paura
di infiltrazioni terroristiche, si sono avuti casi di sospensione della
Convenzione di Schengen per periodi più o meno lunghi.
La Convenzione di Schengen, ufficialmente Convenzione di applicazione dell'Accordo di Schengen, è un trattato internazionale che
regola l'apertura delle frontiere tra i paesi firmatari, tra questi Italia,
Francia, Germania, Belgio e Spagna.
Per
fare alcuni esempi, la Danimarca e la Germania qualche mese fa avevano sospeso la
convenzione per limitare l’immigrazione internazionale, così come la Francia in
seguito agli attentati di Parigi.
In Italia l'organo preposto al controllo sull'attuazione
dell'accordo di Schengen è il “Comitato parlamentare di controllo
sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di
Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione”.
Ogni
volta che si verifica una sospensione della detta convenzione si riapre il
dibattito circa la liceità da parte di uno Stato di lasciare fuori dalle
frontiere persone bisognose di aiuto, quali spesso sono gli immigrati in fuga
da situazioni difficili.
Ciò
ha portato ad attacchi di tipo diplomatico da parte di Stati sempre disposti ad
aiutare i profughi verso gli Stati più timorosi delle conseguenze a livello di
sicurezza che il massiccio arrivo di persone da Paesi stranieri potrebbe
portare.
Come
comportarsi in situazioni di questo tipo? Certamente la sicurezza del proprio
Paese deve essere alla base di ogni politica che si rispetti, ma a questo
atteggiamento basato sulla paura non si può non affiancare una politica di
solidarietà nei confronti delle popolazioni più bisognose che scappano da
situazioni devastanti.
Importantissimo, dunque, rafforzare l’attività dei
servizi segreti, la cooperazione tra gli Stati che potrebbero rischiare
attentati e tenere alto lo stato di attenzione nei confronti di ogni possibile
situazione di pericolo.
©DeniseInguanta
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