Si trova a Roma e sta per raggiungere la redazione di "Tra poco in edicola" in onda su Rai Radio 1, dove lavora come giornalista professionista.
Carmelo Lazzaro |
La sua passione per la comunicazione è innata. Sin da ragazzino, infatti, collabora con le emittenti radiofoniche agrigentine Radio Diocesana Concordia e Radio Vela.
Nel 1995 inizia a lavorare a Teleacras, emittente televisiva di Agrigento che ha però risonanza regionale.
Da lì a poco comincia a collaborare con il Giornale di Sicilia.
Dal 2009 inizia la sua avventura professionale in Rai, inizialmente nella rubrica di informazione religiosa domenicale “Oggi 2000” in onda su Rai Radio 1 e poi, a partire dal 2011, entra a far parte della squadra di giornalisti de "La notte di Radio 1". Dal 2013 invece, come già detto, fa parte della redazione di "Tra poco in edicola".
Ma ha all'attivo anche la presentazione di numerose manifestazioni culturali ed eventi quali l'importante Sagra del Mandorlo in Fiore, che si tiene ogni anno ad Agrigento.
Carmelo Lazzaro |
Pur essendo giovane hai alle spalle una lunga carriera
professionale. Quanti anni avevi quando sei approdato per la prima volta in una
redazione giornalistica?
Ho iniziato giovanissimo. Avevo 16 anni. Frequentavo le superiori quando d’estate
ricevetti la telefonata dalla redazione del Video Giornale di Teleacras. Mi
proponevano un provino perché erano alla ricerca di un giovane che desiderasse
cimentarsi nell’ambito del giornalismo sportivo. In realtà, nonostante la giovane età, non ero
completamente estraneo a questo mondo. Sin da adolescente, appassionatissimo di
sport, facevo le radiocronache dirette dell’Impresem Agrigento di pallavolo
femminile, nei tempi d’oro dell’A1 e A2 per Radio Vela. E seguivo anche la Fortitudo
Agrigento di basket. L’impatto con quella stupenda realtà
televisiva, che prima di allora seguivo
assiduamente da casa, fu molto positivo. Da allora iniziai a collaborare con la
redazione sportiva. Tante telecronache e servizi di calcio riguardanti l’Akragas,
ma anche basket, volley, e tante esperienze che ricordo con molto piacere. Poi
le prime sostituzioni estive nella redazione del Vg e l’approccio con altri
ambiti del giornalismo. Anche qui esperienze formidabili “sul campo” che mi
hanno forgiato. Contemporaneamente l’esordio nella conduzione del Video
Giornale cui seguirono, per ben 18 anni, centinaia di conduzioni, rubriche e
speciali. Davvero tanti bei momenti che mi hanno fatto crescere sotto tanti
punti di vista.
Quando hai capito che il giornalismo sarebbe diventato il
lavoro della tua vita?
Mi piaceva, e continua ad affascinarmi, l’idea di raccontare un evento,
trasmettere un messaggio (meglio quando è positivo). Devo dirti che in verità
non ho mai immaginato altro per me. E’ stato naturale. Non c’è mai stato un
momento della scelta. Non c’è mai stato un vero bivio, anche se il cammino in questo campo non è affatto semplice. Avevo
avuto un interesse per la giurisprudenza. Ma è presto tramontato. Spero di
continuare a svolgere questa delicata e appassionante “missione”. In un’epoca
particolarmente delicata e complessa sotto molteplici aspetti, nella quale
siamo bombardati dalle notizie, per me viene prima il messaggio, come viene
posta la notizia. Non importa se non sei il primo a darla, bensì come la
proponi a chi ti ascolta o legge.
Chi è oggi Carmelo Lazzaro? Descriviti così come ti vedi.
Carmelo di oggi è anche quello di ieri. Ritengo di non essere granché
cambiato. Indubbiamente più responsabile, maturo ed anche più paziente e riflessivo.
L’umiltà e la semplicità sono quelle che mi hanno insegnato i miei genitori.
Ritengo di aver recepito bene i loro insegnamenti. Il resto lo fa la vita con
il confronto quotidiano con situazioni e persone. Sono dell’opinione che se
vivi con semplicità apprezzi i tanti
doni che il buon Dio ti offre.
Adesso vivi per lavoro a Roma. Quanto e cosa ti manca di
Agrigento?
Mi manca tantissimo e, credimi, non sono parole di circostanza. Ho un
legame fortissimo, direi indissolubile, con la mia Agrigento. Pensa, ogni qual volta riparto non riesco a
trattenere la commozione. E’ più forte di me. Sarà pure una delle ultime città
d’Italia sotto diversi punti di vista, ma è mia. Ai miei occhi è meravigliosa,
anche se abbiamo tanti problemi e questioni irrisolte. Cosa mi manca? In primis
i miei genitori, mio fratello, i familiari, gli amici, le squadre di calcio e
basket del mio cuore, ossia l’Akragas e la Fortitudo Moncada
Agrigento (che compatibilmente con gli impegni in Rai non smetto di seguire di
persona). E poi la nostra impareggiabile
Valle dei Templi, i nostri paesaggi, il mare, il centro storico con i suoi
vicoli, le viuzze, i cortili. Mi manca anche la nostra gente, i tanti volti di
semplici conoscenti che sai essere lì e che sei certo di incontrare se fai una
passeggiata in via Atenea, a San Leone, o se vai a mangiare un pizza.
Rivederli, scambiare due chiacchiere mi ricarica. Non provate a dirmi che
Agrigento offre poco o nulla. E’ inutile. E’ la mia città. Resta la migliore,
la più bella e mi auguro possa
diventarlo ancora di più. Abbiamo necessità di essere governati da chi abbia
realmente e concretamente a cuore le sorti della nostra città e si impegni a
realizzare progetti di sviluppo. Agrigento va amata con i fatti. Agrigento deve
risorgere. Se ognuno fa la propria parte non resterà solo un sogno.
Hai il potere assoluto per un giorno: qual è la prima cosa
che fai?
Che incombenza e che privilegio! Considerato che mi offri questa
esclusiva opportunità, consentimi di sfruttarla quanto più possibile.
Risveglierei il mercato del lavoro consentendo ai tanti bravi e preparati
giovani di realizzarsi nella propria città. Contestualmente mi adopererei a far
ritrovare un’occupazione a chi l’ha persa. Sono purtroppo numerosi. Mi
piacerebbe tanto assistere ad un’emigrazione di ritorno in modo da far
rinascere i tessuti socio-economici delle nostre città. Vale, ovviamente, anche
per la mia Agrigento dove, se potessi, inoltre, costruirei subito un aeroporto.
Consentirebbe di accorciare le distanze e darebbe nuova linfa al turismo. Visto
che per un giorno ho il potere assoluto do immediato avvio alle opere
infrastrutturali che ancora oggi stanno lì ad attendere interventi urgenti
(penso al consolidamento del costone dove sorge la Cattedrale ed al
recupero del centro storico, agli impianti sportivi degradati e abbandonati).
Vorrei tanto che ciò si concretizzasse. Sogno una città normale.
Il bicchiere della tua vita è mezzo pieno o mezzo vuoto?
Senza alcun dubbio mezzo pieno. Ho la fortuna di godere di buona salute
ed avere una famiglia meravigliosa. Faccio un lavoro che per me è anche e
soprattutto un piacere. Conosco tante persone che mi vogliono bene e non
mancano di starmi vicino. Se un giorno,
mi auguro non troppo lontano, dovessi
costruirmi una famiglia tutta mia ed avere dei bimbi sarebbe l’ulteriore
magnifico dono. Chissà!
Del periodo storico attuale così difficile cosa salvi e
cosa cestini?
Salvo la genuina
generosità, la voglia di fare, lo spirito di
servizio e l’operosità che ancora oggi riscontro in alcuni. Non è vero
che non esiste più chi vuol fare ed è disposto a metterci faccia, cuore ed
onestà. Cestino la cattiveria di chi distrugge con l’intento di danneggiare e
denigrare gratuitamente qualcuno.
Cestino la falsità, l’ipocrisia, l’immobilismo e l’arricchimento
personale a scapito di altri.
C’è qualcuno in particolare che vorresti ringraziare perché
ha creduto in te?
Sento di ringraziare
i miei genitori per quanto hanno fatto e continuano a fare per me. Il loro amore è per me alimento quotidiano.
Ringrazio chi mi vuol sinceramente bene, consiglia, e mi incoraggia a fare
meglio e di più. Dico grazie a chi mi regala un sorriso autentico. Oggi non è
così scontato, specie in alcuni ambienti.
Grazie Carmelo per la tua disponibilità e per avere consentito ai lettori di conoscerti un po' meglio.
©DeniseInguanta
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