Recensione
C'era una volta una società sana in cui i sentimenti, il rispetto per gli altri e i valori erano i fondamenti del vivere quotidiano. C'era, infatti, ora non c'è più...
Il libro di Francesco M. Passaro parla proprio di una società in decadimento, in cui i sentimenti quasi non esistono più e sono solo la violenza e l'apparenza a farla da padrone. Una società in cui gli affetti familiari hanno perso l'importanza di un tempo e sono solo il sesso e la ricerca di un diversivo a imperare. Alla fine solo accettando i compromessi si può continuare ad inseguire il sogno, non realizzabile, di una vita tranquilla.
Chi è Arturo? Un giornalista affascinante e carismatico che non sa amare e che cerca di sopperire a questa sua grave mancanza caratteriale andando alla ricerca del sesso, quello più infelice e contorto, e lo fa in compagnia di donne e uomini che come lui hanno perso o non hanno mai avuto il comune senso del pudore, succubi di una spasmodica ricerca del piacere, ma di quello fugace e che mai soddisfa veramente. Ma Arturo non si accontenta di andare alla ricerca solo delle donne che del sesso ne hanno fatto una scelta di vita frequentando luoghi per scambisti, spiagge di nudisti e chat erotiche, bensì, da bravo sciupafemmine e ingravidabalconi, finisce per sconvolgere e rovinare la vita di tranquille donne sposate che conducono un'esistenza normale. Sicuramente un tipo da evitare questo Arturo, anche se dalle pagine del libro emerge una giustificazione a questo suo atteggiamento dissennato, un amaro seme che si è nutrito di dolori e sofferenze familiari.
Agli antipodi di Arturo vi è il saggio Guido, professore assennato ma forse un po' troppo noioso, che si lascia vivere senza rendersi conto di ciò che gli accade intorno, sottovalutando perfino la triste piega che il suo matrimonio ha preso con l'entrata di Arturo nella sua vita coniugale. Eppure Guido sa riscattarsi da tanta banalità sostenendo in modo coraggioso la sorella adolescente e andando alla ricerca della verità che si nasconde dietro l'attentato ai danni di Arturo. Ma alla fine Guido non sa ribellarsi alla sua esistenza triste e per non perdere la moglie è disposto ad accettare qualsiasi compromesso.
In generale le figure femminili che circondano Arturo e Guido non sono dotate di grande personalità ma sono vittime del fascino o della violenza maschile, in effetti nel libro a più riprese vi è una denuncia della violenza contro le donne.
Coprotagonista del libro è senza dubbio la città di Napoli con le sue contraddizioni e le sue problematiche. Altro tema affrontato, a tal proposito, è quello legato alla malavita, nell'ambito della quale emerge la figura fondamentale e spigolosa di Salvatore Rubino, vero motore della vicenda.
Il linguaggio usato dall'autore è scorrevole e ricco, a volte crudo per via delle scene descritte, ma sempre accessibile a ogni genere di lettore.
Francesco Passaro si conferma, ancora una volta, narratore perspicace e attento, scrittore preciso di una società in decadenza, dove però, tra luci e ombre, c'è sempre una speranza da rincorrere per non mollare, per non avvilirsi davanti a tanto pessimismo. E nel caso de "Le donne di Arturo" questa speranza è rappresentata dalla tanto amata e inseguita libertà.
Un libro da leggere per meglio capire le contraddizioni che minano la nostra società, ormai destinata a naufragare in un mare di violenza e di mancanza di valori.
©DeniseInguanta
Sinossi
Le donne, Arturo Marotta le cela in un
posto nascosto del suo appartamento. Sono tutte raccolte nelle cartelle del suo
computer. Di mestiere fa il giornalista, è una persona affascinante ed elegante.
Guido Fontana e Giovanna Improta attraversano un periodo di crisi matrimoniale.
La loro vita scorre inesorabile, nella monotonia della quotidianità, in un
appartamento di un quartiere malfamato di Napoli. Quando Arturo, vittima
innocente di un agguato camorristico, entra in coma, è Guido a doversi occupare
delle questioni pratiche. Con questo pretesto, si infiltrerà ben presto nel
mondo dell’amico, mettendo le mani tra le sue cose, i suoi rapporti e le sue
donne.
Un romanzo elegiaco in cui Francesco
Passaro ci permette, con una scrittura folgorante, di conoscere le donne di
Arturo attraverso gli occhi di Guido. L’andamento da thriller psicologico e il
ritmo sincopato creano una suspense che terrà i lettori con il fiato sospeso.
Francesco M. Passaro |
Autore
Francesco Mario Passaro è un penalista
napoletano, autore del noir "Attesa di giudizio" (Iris 4 edizioni). Ha vinto il
Premio Nazionale Letteratura Italiana col racconto "Bevo le lacrime" (Laura
Capone Editore). Ha pubblicato il soggetto cinematografico “L’amore giusto” e
il racconto “Lulù” inseriti nell’antologia Il raccolto, Storie di un’Altra
Galassia (Iemme Edizioni). Ha vinto la prima edizione del Concorso Letterario
Racconti Campani con “Munaciello” pubblicato nell’antologia edita da Historica
Edizioni. Ha ottenuto il terzo posto del Premio Nazionale Letteratura,
Narratori della Sera, organizzato Edizioni della Sera, con il romanzo "La città
dei sangui" (GoWare Edizioni). Il suo ultimo legal thriller s’intitola "Stanze
segrete" (Rogiosi Editore), ed è stato tra i primi 100 best seller nella
Narrativa Italiana di IBS.
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