giovedì 4 maggio 2017

MARTHA MANSFIELD, IL SOGNO INFRANTO DI UNA STELLA NASCENTE di Denise Inguanta

C’è stato un tempo in cui il cinema era muto, le immagini non avevano colore e il bianco e il nero erano le uniche tinte che dipingevano i personaggi.
C’è stato un tempo in cui le starlet si abbigliavano di boa e lustrini e facevano sognare gli spettatori di film che avrebbero catturato l’attenzione con effetti speciale che oggi ci fanno sorridere per la loro semplicità ma che allora sbalordivano chiunque.
In quel tempo c’erano giovani donne che sognavano di diventare stelle e di brillare nel panorama dello spettacolo internazionale, di riscattarsi da una vita difficile in cui le miserie e le privazioni erano all’ordine del giorno.
In quel tempo, tra quelle giovani donne, vessata dalle stesse miserie e privazioni, affascinata dallo stesso sogno di diventare una stella del cinema, c’era lei: Martha Mansfield.

Martha Mansfield era giovane e bella. Il suo vero cognome era Erhlich, ma lei amava farsi chiamare Mansfield come la cittadina dell’Ohio in cui era nata nel lontano 1899, in quell’anno, l’ultimo, che avrebbe traghettato gli uomini e le donne verso quel secolo nuovo, innovativo ma tragico di guerre e atrocità qual è stato il ‘900.
Ma Martha alla guerra non pensava. Martha aveva un sogno, un sogno che avrebbe dovuto riscattarla dalla miseria e dalle privazioni in cui versava la sua famiglia, un sogno che l’avrebbe vestita di boa e di lustrini, che l’avrebbe portata a cenare nei locali di lusso e a frequentare i grandi registi e attori che si affacciavano a quel mondo così nuovo quale era il cinema.
Martha aveva grandi occhi grigi e splendidi capelli biondi. Le bastava uno sguardo per avere il mondo ai suoi piedi. Le bastava un sorriso per illuminare una pellicola, fosse anche in bianco e nero.

Di Martha, dei suoi occhi, della sua bellezza, si accorsero presto. Come poteva essere altrimenti? Se ne accorse il mondo patinato delle riviste dell’epoca in cui la sua immagine fresca e sensuale cominciò a campeggiare. Se ne accorse il mondo del teatro che la volle al Winter Garden in cui lei talentuosa e determinata debuttò.
Fu così che, inevitabilmente, la sua popolarità crebbe. Come poteva essere altrimenti?
Così arrivò anche per lei il cinema, il debutto in quel mondo magico, la realizzazione di un sogno che le avrebbe dato il meritato successo. Arrivarono i registi dai nomi prestigiosi come Max Linder e John Barrymore. Arrivò anche Dr. Jekyll and Mister Hyde, film che la lanciò come stella del cinema e icona di bellezza. Pellicola che mise in luce tutta la sua eccezionale capacità di stare davanti ad una cinepresa.

Posava in abiti estrosi, in foto in bianco e nero che pure sembravano tanto moderne, come realizzate oggi, come se lei fosse una diva odierna, una musa ispiratrice. Bella, bellissima, di un fascino estremo e coinvolgente. Brillava di una luce solo sua, Martha. Viveva in un mondo che oggi sa di antico ma che ancora ci fa sognare. Viveva per il cinema, per una carriera che perseguiva per realizzarsi come donna autonoma, senza dovere dipendere da una figura maschile, come era uso in quegli anni. Perché Martha era intraprendente e vivace. Era moderna nonostante i tempi. Era una star nel senso più puro del termine. Una stella brillante in un panorama nuovo e sorprendente.
Martha Mansfield era il nome che campeggiava sui cartelloni pubblicitari che stavano fuori dai cinema bigi dell’epoca. “Martha! Martha!” gridavano all’uscita dalle prime cinematografiche coloro che aspettavano impazienti la diva.

Ma la stella di Martha non era destinata a brillare a lungo. Lei, così bella e determinata, non aveva fatto i conti con un destino crudele e insensibile, un destino che di lei, dei suoi sogni e dei suoi progetti, si era disinteressato.
Era sul set di “The Warrens of Virginia”, Martha. Ed era un giorno come tanti altri, fatto di riprese estenuanti e ciak infiniti. Ma quella faticosa normalità non era destinata a durare.
Era stanca Martha. Si era seduta all’interno di un’autovettura per cercare di riposarsi un po’ approfittando di un momento di pausa.
Bastò una cicca di sigaretta a rovinarle la vita, bastò un disgraziato distratto ed assassino suo malgrado ad accendere il suo meraviglioso corpo e a spegnere la sua gloriosa esistenza.
Martha bruciava, non il suo bel viso per fortuna, ma il suo corpo giovane e attraente. Il fuoco era un rogo e il suo meraviglioso ed ampio vestito di scena era diventato la sua trappola.

Un giorno durò la sua agonia in ospedale. Un giorno per abbandonare i sogni, i progetti, e una giovane vita che poteva ancora gioire. La madre invano stette al suo capezzale, pregando che un triste destino non le portasse via la sua amata figlia.
A nulla servirono le sue preghiere. A nulla servì la bellezza e il talento della giovane diva.
Aveva 24 anni Martha e tutta una vita davanti. Aveva l’età in cui ancora si spera, quando morì, quando la sua stella si spense per sempre.

Ma il film a cui stava lavorando uscì lo stesso perché il regista senza esitazioni la declassò a ruolo secondario ammucchiando le poche scene che lei era riuscita a girare. Così “The Warrens of Virginia” uscì lo stesso nelle sale ma senza la divina Mansfield come protagonista. Poco male perché lei era destinata a rimanere nella storia del cinema muto americano, che il destino lo volesse o no.

©DeniseInguanta



Ritratti di Martha Mansfield








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