martedì 10 febbraio 2015

VITA DA LATITANTE, TUTTI GLI ESPEDIENTI DEI BOSS PER EVITARE LE MANETTE

Per sfuggire alla cattura i latitanti seguono regole inderogabili.
Per prima cosa bisogna sottolineare che la latitanza prevede spese per circa ventimila euro al mese.
Ai covi i latitanti preferiscono le abitazioni di insospettabili nuclei familiari che vengono scelti secondo criteri specifici.
Si deve trattare di famiglie di incensurati senza alcun vincolo con i clan. Dal capofamiglia ai nonni, tutti devono essere coinvolti ma senza cambiare lavoro e abitudini.
Non possono ricevere estranei e devono respingere chiunque si presenti per qualsiasi motivo: riparazioni, vendite, ecc.
Per segnalare i pericoli si usano frasi tipo: “Sono venuti i testimoni di Geova”.
Si deve ostentare la massima normalità: tv e luci devono essere accese, mentre tapparelle e serrande non devono mai essere chiuse durante il giorno.
I latitanti non si affidano ai parenti ma ai padrini dei figli o ai testimoni di nozze, persone con cui hanno stretto legami che considerano alla pari di quelli di sangue.
I boss compensano chi li ospita prestando soldi per la costruzione di case o pagando il mutuo.
Un latitante di livello conta sull’ospitalità di almeno dieci famiglie.
I telefonini devono essere sempre spenti. I fiancheggiatori che si occupano di trasportare il latitante devono lasciare i cellulari nelle proprie abitazioni per depistare chi indaga. Si preferiscono i telefonini satellitari, più difficili da intercettare.
Nessuna delle famiglie ospitanti versa i soldi in banca. Rari i movimenti e spesso i conti sono lasciati volutamente in rosso per non destare sospetti. I pagamenti avvengono con assegni emessi sempre da persone insospettabili.
In ogni casa-rifugio deve esserci almeno una parrucca da donna con la quale camuffarsi.
Per travestirsi si usano spesso tute da muratore. Il boss esce con arnesi del mestiere e schizzi di calce sul viso.
I pizzini sono consegnati da gregari di fiducia. Una sorta di staffetta: il primo conosce il secondo ma non il terzo. Un latitante deve contare su almeno dieci fedelissimi.
Durante i viaggi, di solito, guidano le donne a velocità moderata. Le auto appartengono a persone insospettabili: non sono mai noleggiate né rubate. Durante le trasferte ripetute si cambia sempre strada per evitare i controlli della videosorveglianza.
Un sistema molto complesso quello che sta dietro ad ogni latitanza, che spesso comunque non basta a garantire l’impunibilità a chi cerca di sfuggire alla cattura.  
©Denise Inguanta
Articolo presente anche in
Agrigento Oggi

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