sabato 27 gennaio 2024

Viaggio nei campi di sterminio, il Giorno della Memoria... corta

Il 27 gennaio di ogni anno ricorre la Giornata della Memoria per non dimenticare le vittime dell'Olocausto.
E come non ricordarlo? Ovunque, anche sulle bacheche dei social, non si parla d'altro. 
Decine di interviste ai sopravvissuti, racconti della loro atroce esperienza, si susseguono. Restiamo allibiti ad ascoltare le loro parole che ci descrivono atmosfere surreali, che ci narrano come sia stato possibile raggiungere l'apice della cattiveria umana.
Nei campi di sterminio uomini e donne persero la dignità di essere umani, furono ridotti ad uno stato di totale schiavitù, non più padroni del loro corpo, della mente e perfino dei pensieri. Arrivarono a cibarsi di ratti pur di sopravvivere, a picchiarsi l'un l'altro sotto le minacce delle SS e a diventare, come nel caso di molti piccoli ebrei, bersaglio dell'atroce tiro al piattello dei nazisti.
Ora chiedetevi se questo è un uomo, così come fece Primo Levi che a causa delle brutture che aveva visto e vissuto nei campi di concentramento si tormentò per tutta la vita.
Adesso chiudete gli occhi. Immaginate di essere a casa al caldo con i vostri cari, seduti intorno al tavolo, magari durante il pranzo. 
All'improvviso l'uscio della vostra abitazione viene spalancato. Entrano uomini in divisa con cani affamati e ringhiosi che vengono aizzati contro di voi. Vi minacciano, vi costringono a salire su squallide camionette e poi su vagoni merci. 
Dopo un viaggio lunghissimo durato giorni, ammassati come nemmeno animali da macello dovrebbero stare, giungete a destinazione. 
Guardatevi intorno e ascoltate: neve alta da sprofondarci, cielo plumbeo, freddo che penetra fin dentro le ossa, misere baracche, di nuovo il ringhiare dei cani, urla disumane e nauseabondo fetore di morte.
Ecco: siete ad Auschwitz o a Dachau o a Bergen-Belsen o in qualunque altro terribile campo di concentramento partorito dalla malvagità della mente umana.
Basta. Adesso riaprite gli occhi. Siete di nuovo nelle vostre tiepide case con i vostri cari, liberi, vivi.
Poteva succedere a voi. Potrebbe succedere ancora.
Meditate che questo è stato. Meditate che alla cattiveria umana non c'è mai fine.
Riflettete, gente, perché oggi non sia il Giorno della Memoria... corta.

©DeniseInguanta
Articolo presente anche su Il Nuovo Baracchino



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