Oggi parlare di precarietà del
lavoro è una chiara metafora della precarietà di vita di ogni singolo
individuo che si trova ad affrontare la difficile situazione sociale che
purtroppo caratterizza l’attuale periodo storico.
La chiamano “crisi economica”, ma forse è meglio
chiamarla “crisi globale”, cioè crisi delle relazioni interpersonali,
crisi delle aspettative personali di ogni singolo individuo, crisi delle
speranze e addirittura crisi dei sentimenti.
La mancanza di prospettive professionali porta con
sé un’irrimediabile catastrofe sociale perché i giovani si sentono
smarriti nel vuoto della mancanza di certezze. E questo smarrimento
sociale è l’inizio della perdita dell’identità di ogni individuo. Ciò
perché un individuo si sente realmente completo quando è libero di
esercitare la professione che più rispecchia le sue capacità.
Se il lavoro manca, manca l’intero sistema di vita.
Se i giovani non hanno un lavoro finiscono per
portare un irrimediabile danno all’intera società formata da persone di
ogni fascia d’età.
Da questo sistema così doloroso vengono travolti
anche gli adulti che si trovano a doversi preoccupare per la mancanza di
prospettive future dei loro figli, troppo spesso diventati adulti anche
questi ultimi.
E se non si formano più famiglie è perché molte
persone sono penalizzate dall’impossibilità di mettere su casa e di
diventare genitori, dato che ormai è diventato un lusso anche questo.
Ed è per questo che la precarietà della condizione
professionale dei giovani porta con sé anche la precarietà dei
sentimenti, infatti oggi, troppo spesso, è diventato quasi vietato
legarsi sentimentalmente a qualcuno perché non ci sono prospettive
economiche sulle quali fondare un futuro di coppia.
La precarietà ha ucciso i sogni di tutti e pochi,
forse, hanno ancora il coraggio di sognare un futuro degno dei tanti
anni di sacrifici spesi a studiare sui libri e nei corridoi delle
università.
Qualcuno, come il giovane ricercatore palermitano
Norman Zarcone, ha deciso di mollare perché è stato deluso nelle proprie
prospettive professionali e ha smesso di credere che il futuro potesse
sorridergli.
E la situazione è sempre più allarmante perché
sempre più giovani sono senza lavoro così come confermato dai dati diffusi
dall’Istat. Per cui la preoccupazione di sindacati, economisti e
associazioni di consumatori cresce sempre di più.
Si parla di “emergenza
nazionale”, di
“misure urgenti”e di “terapie d’urto che favoriscano quelle
imprese che potranno far riprendere i livelli occupazionali con un
lavoro non occasionale ma di qualità”.
Occorrono riforme immediate che però nessuno propone in modo efficace.
L’Italia è un paese che urge un’intensa opera di
svecchiamento, fatto però con i giusti metodi, riconoscendo il dovuto a
chi lavora da una vita.
È necessario un ricambio generazionale affinché sia data ai giovani la possibilità di immettersi nel mondo del lavoro.
Sarebbe auspicabile per tutti riuscire ad ottenere nel corso del tempo magari meno beni materiali superflui ma più certezze di vita.
©DeniseInguanta
Articolo presente anche in
Agrigento Oggi
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Bravissima Denise, un'analisi perfetta del tempo attuale e della causa di tanti problemi!
RispondiEliminaGrazie di cuore!
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