lunedì 26 ottobre 2015

"NOVE PERIODICO", IL ROMANZO DI FEDERICO LI CALZI

Considerazioni: “Nove periodico” di Federico Li Calzi è un romanzo la cui struttura richiama il noto termine felliniano “amarcord” perché impregnato di quella nostalgia che tipicamente accompagna i ricordi.
Ma non è soltanto caratterizzato dal richiamo alla malinconia e al tempo passato poiché è anche portatore di diversi messaggi, tra questi la ribellione verso il sistema clientelare e le raccomandazioni per dimostrare che si può riuscire nella vita contando solo sulle proprie forze.
Elemento fondamentale è il viaggio, inteso come fuga da qualcosa e ricerca di se stessi. Ma non meno evidente è la tematica del ritorno poiché tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire fino a che punto siamo cambiati.
Mauro, il protagonista, può, per questo, essere considerato un novello Ulisse e il suo viaggio inteso come una nuova Odissea.
Tematica ricorrente è quella del tempo, tanto da poterlo considerare altro protagonista del romanzo. Esso, trascorrendo, “cambia tutto per non cambiare nulla”, per usare una nota frase de “Il Gattopardo”. Trasfigura ogni cosa, tranne la mentalità di chi abita nei piccoli centri, come nel caso di Canicattì.
Mauro, musicista quarantenne, ha un suo alter ego, Ntonio, un amico in cui lo stesso protagonista avrebbe voluto identificarsi. È un comandante dei carabinieri, amico d’infanzia, che assume un atteggiamento ambivalente, a volte tenero, altre duro, nei confronti di Mauro. Ntonio può essere considerato, sotto certi aspetti, un maestro di vita e il libro talvolta diventa un manuale di vita, a tal punto che lo stesso scrittore sembra più adulto della sua età per la maturità dei pensieri riportati e il modo di scrivere.
E poi vi è Luca, figlio di Ntonio, ragazzino in cui si rispecchia lo stesso protagonista. Diverse le figure femminili descritte, in particolare quella di Luisa, amore giovanile di Mauro e chiave decisiva per l’epilogo del romanzo.
Il titolo del libro, “Nove periodico”, richiama il campo cinese numero nove, dedicato alla divinità e al re, ed è a quel campo che Li Calzi torna come terra amata e odiata, ma sempre prescelta, terra per cui vivere e in cui morire, in cui varrà sempre la pena ritornare.
La terra natale diventa un Eldorado, con il paesaggio caldo siciliano che acquista caratteri quasi mitici.
Dal punto di vista stilistico, Li calzi utilizza una grande ricchezza linguistica e si avvale della struttura del tipo “flashback”. Il libro fa ricorso alle immagini lirico-poetiche, denotando il richiamo alla poesia, ambito da cui l’autore proviene.
Vi sono richiami de “La luna e i falò” di Cesare Pavese, di “Conversazione in Sicilia” di Elio Vittorini, de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, de “L’Imperio” di Federico De Roberto, delle numerose opere di Leonardo Sciascia per la “sicilitudine” così presente, fino ad arrivare al cinema di Kurosawa.
Federico Li Calzi, con questa sua opera, dimostra di essere stato un lettore attento di grandi autori e di essere riuscito a trasformare questo suo amore per la lettura in una scrittura originale e personale, senza ricorrere ad una mera imitazione dei maestri a cui si ispira.


Breve estratto
“Ma vent'anni di sfide e lotte inutili mi riportano qui, tra alberi di noce e colline di gesso che sovrastano i paesi che, in alto, salgono su come una catena e, in fondo, continuano fino al mare…”

Incipit
Il vento, stasera, increspa le acque dello stretto. Dal ponte del traghetto vedo i riflessi della costa siciliana sul mare, il porto di Messina avvicinarsi, il litorale di Taormina e, in fondo, ancora altre luci, altri paesi, strade e vite segrete che mi riportano nel passato.


Quarta di copertina: Mauro, un musicista quarantenne che ha raggiunto un notevole successo fuori dalla Sicilia, ritorna nel suo paese, a Canicattì, animato da più spinte e intenzioni: rivedere i luoghi della giovinezza, allontanarsi dall'atmosfera mondana della capitale da cui ha tratto sì l’affermazione professionale ma anche delusioni e amarezze, incontrare l’antico amico Ntonio, conoscere la vita e la sorte di Luisa, l’amore perduto vent'anni prima.
In questo percorso il protagonista ritrova un paese profondamente mutato. Anche Canicattì risente infatti delle grandi trasformazioni intervenute, in Italia e nel mondo, tra fine Novecento e principio del Duemila.
La scena è il paesaggio naturale: l’indimenticabile Sicilia dal profilo immutabile ed eterno con le sue campagne assolate, il riverbero del mare, i terreni ora generosi ora calcinati, le notti dal cielo immenso e stellato.
La parola è quella dell’amico Ntonio, con cui s’intesse un dialogo che alterna l’asprezza all’affetto, la sincerità impietosa al tenero ricordo e – risultato forse ancora più importante – il tramutarsi del tema della ricerca delle origini nel tema della ricerca della giustizia: in un imperativo etico che guida all’accertamento delle ragioni e dei responsabili dell’assassinio di Luisa e, con una messinscena sottile e implacabile, alla loro punizione. (E. Testa)
Appendici critiche di Nuccio Mula e Enrico Testa


Autore: Federico Li Calzi è nato ad Agrigento nel 1981 e ha studiato all'Università di Palermo. Vive e lavora a Canicattì (Ag), dove svolge la professione di imprenditore. 

Libri pubblicati: "Poetica Coazione" (Cerrito, 2009), “Dittologie Congelate” (Cerrito, 2012).
©DeniseInguanta





Federico Li Calzi
"Nove Periodico"
Edizioni Cerrito
224 pp., 13 euro

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