Considerazioni:
“Nove periodico” di Federico Li Calzi è un romanzo la cui struttura richiama il
noto termine felliniano “amarcord” perché impregnato di quella nostalgia che
tipicamente accompagna i ricordi.
Ma
non è soltanto caratterizzato dal richiamo alla malinconia e al tempo passato poiché
è anche portatore di diversi messaggi, tra questi la ribellione verso il
sistema clientelare e le raccomandazioni per dimostrare che si può riuscire nella vita contando solo sulle proprie forze.
Elemento
fondamentale è il viaggio, inteso come fuga da qualcosa e ricerca di se stessi.
Ma non meno evidente è la tematica del ritorno poiché tornare in un luogo
rimasto immutato ci fa scoprire fino a che punto siamo cambiati.
Mauro,
il protagonista, può, per questo, essere considerato un novello Ulisse e il suo
viaggio inteso come una nuova Odissea.
Tematica
ricorrente è quella del tempo, tanto da poterlo considerare altro protagonista
del romanzo. Esso, trascorrendo, “cambia tutto per non cambiare nulla”, per
usare una nota frase de “Il Gattopardo”. Trasfigura ogni cosa, tranne la
mentalità di chi abita nei piccoli centri, come nel caso di Canicattì.
Mauro,
musicista quarantenne, ha un suo alter ego, Ntonio, un amico in cui lo stesso protagonista
avrebbe voluto identificarsi. È un
comandante dei carabinieri, amico d’infanzia, che assume un atteggiamento
ambivalente, a volte tenero, altre duro, nei confronti di Mauro. Ntonio può essere considerato, sotto certi aspetti, un maestro di vita e il libro talvolta diventa un manuale di vita, a
tal punto che lo stesso scrittore sembra più adulto della sua età per la
maturità dei pensieri riportati e il modo di scrivere.
E poi
vi è Luca, figlio di Ntonio, ragazzino in cui si rispecchia lo stesso
protagonista. Diverse le figure femminili descritte, in particolare quella di
Luisa, amore giovanile di Mauro e chiave decisiva per l’epilogo del romanzo.
Il
titolo del libro, “Nove periodico”, richiama il campo cinese numero nove,
dedicato alla divinità e al re, ed è a quel campo che Li Calzi torna come terra
amata e odiata, ma sempre prescelta, terra per cui vivere e in cui morire, in
cui varrà sempre la pena ritornare.
La
terra natale diventa un Eldorado, con il paesaggio caldo siciliano che acquista
caratteri quasi mitici.
Dal
punto di vista stilistico, Li calzi utilizza una grande ricchezza linguistica e
si avvale della struttura del tipo “flashback”. Il libro fa ricorso alle
immagini lirico-poetiche, denotando il richiamo alla poesia, ambito da cui l’autore
proviene.
Vi
sono richiami de “La luna e i falò” di Cesare Pavese, di “Conversazione in
Sicilia” di Elio Vittorini, de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa, de “L’Imperio”
di Federico De Roberto, delle numerose opere di Leonardo Sciascia per la “sicilitudine”
così presente, fino ad arrivare al cinema di Kurosawa.
Federico
Li Calzi, con questa sua opera, dimostra di essere stato un lettore attento di
grandi autori e di essere riuscito a trasformare questo suo amore per la
lettura in una scrittura originale e personale, senza ricorrere ad una mera imitazione
dei maestri a cui si ispira.
Breve
estratto
“Ma
vent'anni di sfide e lotte inutili mi riportano qui, tra alberi di noce e
colline di gesso che sovrastano i paesi che, in alto, salgono su come una
catena e, in fondo, continuano fino al mare…”
Incipit
Il
vento, stasera, increspa le acque dello stretto. Dal ponte del traghetto vedo i
riflessi della costa siciliana sul mare, il porto di Messina avvicinarsi, il
litorale di Taormina e, in fondo, ancora altre luci, altri paesi, strade e vite
segrete che mi riportano nel passato.
Quarta di copertina: Mauro, un musicista quarantenne che ha raggiunto un notevole
successo fuori dalla Sicilia, ritorna nel suo paese, a Canicattì, animato da
più spinte e intenzioni: rivedere i luoghi della giovinezza, allontanarsi
dall'atmosfera mondana della capitale da cui ha tratto sì l’affermazione
professionale ma anche delusioni e amarezze, incontrare l’antico amico Ntonio,
conoscere la vita e la sorte di Luisa, l’amore perduto vent'anni prima.
In questo percorso il protagonista ritrova un paese
profondamente mutato. Anche Canicattì risente infatti delle grandi
trasformazioni intervenute, in Italia e nel mondo, tra fine Novecento e
principio del Duemila.
La scena è il paesaggio naturale: l’indimenticabile Sicilia
dal profilo immutabile ed eterno con le sue campagne assolate, il riverbero del
mare, i terreni ora generosi ora calcinati, le notti dal cielo immenso e
stellato.
La parola è quella dell’amico Ntonio, con cui s’intesse un
dialogo che alterna l’asprezza all’affetto, la sincerità impietosa al tenero
ricordo e – risultato forse ancora più importante – il tramutarsi del tema
della ricerca delle origini nel tema della ricerca della giustizia: in un
imperativo etico che guida all’accertamento delle ragioni e dei responsabili
dell’assassinio di Luisa e, con una messinscena sottile e implacabile, alla
loro punizione. (E. Testa)
Appendici critiche di
Nuccio Mula e Enrico Testa
Autore: Federico Li
Calzi è nato ad Agrigento nel 1981 e ha studiato all'Università di Palermo.
Vive e lavora a Canicattì (Ag), dove svolge la professione di imprenditore.
Libri pubblicati: "Poetica
Coazione" (Cerrito, 2009), “Dittologie Congelate” (Cerrito, 2012).
©DeniseInguanta
Federico Li Calzi
"Nove Periodico"
Edizioni Cerrito
224 pp., 13 euro
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