venerdì 11 settembre 2015

MARCO SAVATTERI, GENIALITÀ E TALENTO. L'INARRESTABILE ASCESA DEL GIOVANE REGISTA E COMPOSITORE

Marco Savatteri, compositore, autore e regista teatrale, a soli 14 anni ha fondato la "Compagnia Teatrale Eva Duarte". E' anche fondatore della "Casa del Musical" e ha all'attivo importanti collaborazioni professionali che lo portano a viaggiare in Italia e all'estero.
Lo abbiamo incontrato in occasione della registrazione del programma "Lettera D" in onda su Teleacras.

A soli 30 anni hai un curriculum professionale e artistico invidiabile. Come ti sei avvicinato alla musica e al teatro?
La musica e il teatro sono da sempre passioni indomabili. Fin da piccolo amavo la televisione, in particolare i programmi di Pippo Baudo e lo imitavo giocando a fare il conduttore. Inoltre conoscevo a memoria tutti i classici di Walt Disney e li riproponevo al pianoforte cantando insieme ai miei compagni di classe. Crescendo ho capito che l'arte, lo spettacolo, la musica e il teatro sono la mia linfa vitale.
Marco Savatteri

Sei stato un enfant prodige, infatti a soli 14 anni hai fondato la "Compagnia Teatrale Eva Duarte" con la quale hai girato diversi Paesi in tour. Com'è nata l'idea di fondarla?
Quasi per gioco, in realtà. Ho cominciato a dirigere il coro del liceo classico Empedocle e conobbi il musical "Evita". Decisi di lanciarmi in questo progetto con l'inconsapevolezza tipica di quella età. Ne venne fuori un musical molto complesso che abbiamo portato, qualche tempo dopo, al Teatro Pirandello. In quella occasione mi resi conto che da grande avrei fatto questo lavoro.

Sei anche fondatore della "Casa del Musical", che offre una preparazione di altissimo livello per ciò che riguarda le discipline che preparano al mondo dello spettacolo. Com'è nata l'idea di creare questa scuola?
La "Casa del Musical" ha l'esigenza non solo di offrire uno spazio ricreativo dal punto di vista artistico per i bambini, i giovani e gli adulti, ma soprattutto di dare la possibilità ai molti talenti siciliani di studiare e prepararsi al meglio per affrontare il mondo dello spettacolo. Ci sono tantissimi ragazzi, anche ad Agrigento e provincia, che hanno talento e forza di volontà, elementi che insieme allo studio aiutano a crescere in questo tipo di lavoro.

Hai curato musical come "Cleopatra. L'alba si fa tramonto", "Macbeth Musical Tragedy" e "Evita". Se dovessi scrivere un nuovo musical di che cosa tratterebbe?

Penso che mi rivolgerei a qualcosa di diverso dalla tragedia in musica; diverso da "Evita", che ho adattato in lingua italiana e che adesso è in tournée con il mio testo, e dal "Macbeth", che è stato un bellissimo esperimento che abbiamo realizzato al Teatro Sistina, diverso anche da "Cleopatra". Si tratterebbe di qualcosa di leggero e comico; in realtà sto già lavorando a un'opera di questo tipo.

Hai collaborato con diversi brand del calibro di D&G e Thun. Dell'evento organizzato da Dolce e Gabbana a Venezia, in cui ti sei esibito suonando al piano brani di musica classica, che cosa ricordi maggiormente?

E' stata una bellissima esperienza perché ho fatto un tuffo in una società di cui non faccio parte, quella delle grandi attrazioni e dei vip che vivono in una realtà diversa da quella a cui siamo abituati. Dolce e Gabbana mi chiamarono per una serata a Venezia in un palazzo meraviglioso dove c'era un pianoforte antico e anche un po' scordato e mi dissero di suonare e animare l'evento a cui presero parte molti personaggi del mondo dello spettacolo, anche di Hollywood, molti dei quali non erano riconoscibili perché in costume d'epoca, visto che si trattava di un ballo in maschera. Ricordo, in modo particolare, la grande professionalità del signor Dolce che si adoperava per sistemare ogni cosa. Mi richiamarono l'anno successivo per presentare la nuova collezione presso una loro boutique nel centro di Milano e anche in quel caso fu una bellissima esperienza.

Sei stato in California per portare avanti un importante progetto artistico. Come hai vissuto questa esperienza?

E' stato come vivere in un sogno. Gli americani sono molto organizzati dal punto di vista lavorativo e io, che invece gestisco i miei impegni in modo più caotico, ho imparato molto da loro. E' stato un viaggio sia di lavoro perché mi sto occupando di un musical che riunisce professionisti del settore a livello internazionale, sia di pacere perché ho visitato gli studi della Universal e ho potuto vedere i luoghi dove sono stati girati grandi film.

Ti sei occupato di curare la regia di opere del teatro classico . Quanto è importante fare appassionare i giovani a questo tipo di teatro?

L'esperienza del teatro classico è legata alla collaborazione con il liceo Empedocle di Agrigento, che possiede un laboratorio di teatro classico appunto. Mi chiamarono per fare la regia di "Medea" di Euripide e ho vissuto questa esperienza come momento di riscoperta dei classici dal punto di vista della rappresentazione e di studio intenso. La collaborazione con il liceo classico Empedocle continua e abbiamo preparato e portato in scena una nuova tragedia, "Ippolito".

Abbiamo detto che hai fondato la "Casa del Musical" che si occupa di discipline artistiche. Quanto conta il talento e quanto conta invece lo studio per chi decide di intraprendere la carriera di musicista o di lavorare nel teatro?

Lo studio è fondamentale, anche se non deve seguire necessariamente dei percorsi canonici. Io, ad esempio, non ho frequentato scuole di regia ma ho affiancato diversi registi e sono stato all'estero per conoscere il teatro internazionale. Credo che il talento sia la base per fare di questa passione un mestiere ma penso che lo studio serva moltissimo per migliorarsi.

Abbiamo parlate delle tue esperienze passate. Hai dei progetti futuri che puoi rivelarci?

Sto portando avanti diversi progetti con la "Casa del Musical". Intanto continuo a collaborare con il laboratorio di teatro classico del liceo Empedocle. A livello internazionale, invece, sto curando un musical con una team estero. Sono molto preso da questi progetti tanto da impegnarmi completamente in tutto ciò che faccio, anche se mi occupo di tutto con umiltà e tenendo i piedi per terra.

L'ultima domanda è più personale. Di solito si dice che gli artisti hanno delle fobie particolari. Hai delle paure specifiche?

Ho paura dei ragni e non metterò mai in scena uno spettacolo che possa riguardare anche solo lontanamente questo animale. Ho anche paura del tempo che passa perché ruba la felicità dell'attimo trasformando qualcosa che vorremmo fosse eterno in un momento transitorio. Spero di avere abbastanza tempo per riuscire a realizzare ciò che desidero.
©DeniseInguanta 
Da "Lettera D", 5° puntata, in onda su Teleacras

Nessun commento:

Posta un commento