martedì 17 giugno 2025

Luigi Pirandello e le miniere di zolfo tra vita privata e letteratura

Proponiamo l'intervista a Denise Inguanta (giornalista, docente di Lettere ed esperta di Luigi Pirandello) realizzata in occasione di uno studio sul grande scrittore e drammaturgo agrigentino. 

Luigi Pirandello e le miniere di zolfo tra vita privata e letteratura. 


Luigi Pirandello 



Tra Luigi Pirandello e il mondo delle zolfare siciliane c'è un legame profondo e significativo che ha influenzato la sua vita e la sua opera in modi indelebili?


Sì, assolutamente. Il legame tra Pirandello e le zolfare è molto profondo e nasce dalla sua infanzia e dal contesto familiare. Pirandello è nato a Girgenti, l’attuale Agrigento, in una Sicilia ottocentesca fortemente segnata dalla presenza delle miniere di zolfo. Suo padre, Stefano Pirandello, era un imprenditore che si occupava proprio di commercio e produzione dello zolfo, e questo mondo minerario, con i suoi aspetti duri, crudi e spesso disumani, è entrato presto nell’immaginario dello scrittore. Le zolfare rappresentano per lui un microcosmo dove si esprimono drammi esistenziali, ingiustizie sociali, ma anche momenti di profonda umanità. La frequentazione di quei luoghi, durante l’infanzia e l’adolescenza, ha lasciato un segno duraturo nella sua sensibilità artistica e si riflette in molte delle sue opere narrative, dove la zolfara diventa più di un semplice sfondo: diventa un simbolo, una condizione dell’anima.


Quali sono le implicazioni tra la famiglia di Pirandello e la produzione dello zolfo in Sicilia e nello specifico nella zona delle zolfare di Comitini, che è un paese in provincia di Agrigento?


La famiglia di Pirandello era direttamente coinvolta nel settore dello zolfo. Il padre, come dicevo, era un imprenditore che possedeva quote in diverse miniere e aveva legami commerciali anche con l’estero, soprattutto con la Germania. In particolare, pare che avesse interessi proprio nella zona delle zolfare di Comitini, che era uno dei principali centri di estrazione dello zolfo nella provincia di Agrigento. Questa connessione familiare ha fatto sì che Pirandello conoscesse molto bene quella realtà: le dinamiche economiche, le sofferenze dei lavoratori, le condizioni estreme in cui si viveva e si lavorava nelle miniere. Non a caso, proprio queste esperienze diventano materia narrativa nelle sue novelle. Le zolfare non erano solo una realtà esterna per Pirandello, ma qualcosa che faceva parte della sua storia familiare e personale. Era testimone diretto, anche se da una posizione più privilegiata, di quella sofferenza sociale che poi ha trasformato in letteratura.


Qual è il riflesso delle zolfare nelle sue opere? In quali opere troviamo le zolfare?


Le zolfare compaiono in diverse opere di Pirandello, soprattutto nelle sue novelle. Il riflesso che ne dà è duplice: da un lato realistico, perché ci racconta le condizioni terribili in cui i minatori lavoravano, dall’altro simbolico, perché usa il mondo della miniera per rappresentare l’alienazione, la solitudine e la fatica esistenziale dell’uomo. Tra le opere dove le zolfare sono presenti troviamo sicuramente Ciaula scopre la luna, Il fumo, La buon’anima, Fuoco alla paglia, ma anche altre meno note, come Il corvo di Mìzzaro o Il viaggio. In queste novelle, la miniera non è solo un luogo fisico, ma diventa spesso una metafora della condizione umana, dove l’uomo è costretto a scavare nel buio, fisicamente e interiormente. La presenza delle zolfare serve quindi a far emergere l’essenza del dramma umano che sta al centro della poetica pirandelliana.


Che ruolo hanno le zolfare nelle opere di Pirandello intitolate "Ciaula scopre la Luna", "Il fumo", "La buon'anima", "Fuoco alla paglia”?


In tutte queste opere le zolfare sono più di un semplice scenario: diventano protagoniste indirette, influenzando profondamente la vita e le scelte dei personaggi. In Ciaula scopre la luna, la zolfara rappresenta la prigione della miseria e dell’ignoranza, ma anche il punto di partenza per una rivelazione poetica e quasi mistica, quando il protagonista, un povero caruso, scopre per la prima volta la bellezza della luna. È un momento di rottura tra la brutalità del lavoro e la possibilità di una visione diversa, più alta e umana.


In Il fumo e La buon’anima, la zolfara è lo sfondo di vite spezzate o rese cupe da sacrifici, incomprensioni e dolori familiari. I personaggi vivono in un mondo che li schiaccia, e spesso cercano conforto o rivalsa nei piccoli gesti quotidiani, ma restano comunque vittime di un sistema duro e ingiusto. In Fuoco alla paglia, il mondo della miniera diventa ancora più crudo, con dinamiche di violenza, rabbia e vendetta. Il fuoco qui ha un significato quasi purificatore ma anche distruttivo, e richiama le tensioni che scaturiscono da una vita vissuta ai margini, in condizioni disumane. In sintesi, in tutte queste novelle, la zolfara è un personaggio silenzioso ma centrale, che influenza il destino umano.


Le zolfare non sono semplicemente descritte come un ambiente di lavoro. Diventano spesso una metafora della condizione umana?


Sì, esattamente. Questo è uno degli aspetti più interessanti della poetica pirandelliana. Le zolfare, nelle sue novelle, diventano una vera e propria metafora dell’esistenza umana. Rappresentano il buio interiore, la fatica del vivere, l’isolamento dell’individuo e la lotta per affermarsi o semplicemente per sopravvivere. I cunicoli sotterranei richiamano le profondità dell’animo umano, le zone d’ombra, i conflitti interiori. I personaggi che lavorano nelle miniere spesso non hanno voce, sono invisibili alla società, proprio come le emozioni più profonde dell’essere umano. Pirandello usa quindi la miniera non solo per denunciare una realtà sociale, ma anche per esplorare una condizione esistenziale: l’uomo come essere costretto a scavare nel buio della propria vita, alla ricerca di senso, di luce, di una “luna” che possa illuminare almeno per un attimo il suo percorso.



Nelle opere di Pirandello si parla esplicitamente di Comitini? Oppure si capisce che si tratta di Comitini anche se non si menziona esplicitamente?


Pirandello raramente nomina esplicitamente Comitini nelle sue opere, ma è abbastanza chiaro che molte delle ambientazioni minerarie a cui si riferisce abbiano come riferimento proprio quel contesto geografico. Comitini, all’epoca, era uno dei centri più importanti per l’estrazione dello zolfo in provincia di Agrigento, e la famiglia Pirandello aveva contatti diretti con le attività estrattive della zona. Inoltre, il paesaggio, i riferimenti culturali, la lingua dei personaggi e le dinamiche sociali sono molto simili a quelle del Comitini dell’epoca. Quindi, anche se il paese non viene sempre nominato, si può intuire con una certa sicurezza che in molte novelle si stia parlando proprio di quel contesto. È un modo tipico di Pirandello: raccontare il particolare per parlare dell’universale, partire da un piccolo paese siciliano per descrivere una condizione umana che riguarda tutti.



Conclusione 


In conclusione, il legame tra Luigi Pirandello e il mondo delle zolfare siciliane non è solo biografico o geografico, ma profondamente umano. Attraverso i suoi racconti, Pirandello ci restituisce una realtà spesso dimenticata, fatta di fatica, silenzi e dignità, trasformando le miniere in un simbolo potente della condizione esistenziale dell’uomo. Le zolfare non sono solo un ambiente, ma diventano uno specchio dell’anima, un luogo oscuro da cui può nascere, sorprendentemente, anche la bellezza — come accade in Ciaula scopre la luna. E forse è proprio questo il messaggio più forte che ci lascia: anche nei luoghi più bui della vita, può accendersi una luce capace di cambiare il nostro sguardo sul mondo.

©DeniseInguanta






*Per una conoscenza più approfondita

1. "Ciaula scopre la luna"

Genere: Novella

Trama:

Ciaula è un caruso, cioè un ragazzino che lavora duramente in una zolfara. È analfabeta, vive nel buio della miniera e in una condizione di totale ignoranza e paura. Una notte, mentre risale in superficie con un carico di zolfo, si ferma stupito a guardare la luna, che non aveva mai veramente notato prima. Quell’immagine lo colpisce profondamente e gli provoca un’emozione nuova, quasi poetica: una sorta di scoperta dell’anima, della bellezza e della meraviglia del mondo.


2. "Il fumo"

Genere: Novella

Trama:

La novella racconta la vita di una donna vedova che, dopo la morte del marito minatore, vive con grande sacrificio e fatica, cercando di mantenere una certa dignità sociale. Tuttavia, il ricordo del marito, della sua vita legata alla miniera e del fumo che usciva continuamente dal camino dello stabilimento, la perseguita. Il fumo diventa simbolo della fatica quotidiana e del dolore mai veramente superato, una presenza costante e soffocante nella sua esistenza.


3. "La buon'anima"

Genere: Novella

Trama:

Il protagonista è un uomo che, dopo la morte della moglie, viene idealizzato da tutti come un vedovo esemplare e devoto. Ma in realtà lui vive un senso di sollievo e di liberazione. La moglie, infatti, era stata una presenza oppressiva e dominante. Attraverso questa novella, Pirandello mette in discussione le apparenze sociali e la falsità delle convenzioni, mostrando come spesso la "buona memoria" dei morti sia costruita su ipocrisie.


4. "Fuoco alla paglia"

Genere: Novella

Trama:

La vicenda ruota attorno a un episodio di vendetta in un contesto rurale e minerario. Il protagonista si sente umiliato e tradito da un’ingiustizia subita e, in un impeto di rabbia, appicca fuoco alla paglia, simbolicamente per distruggere ciò che gli ha causato dolore. La novella ha un tono violento e drammatico e mette in luce il peso delle emozioni represse e della miseria morale in cui vivono alcuni personaggi.


5. "Il corvo di Mìzzaro"

Genere: Novella

Trama:

Ambientata in un piccolo paese della Sicilia, la novella racconta la storia di un uomo ossessionato da un corvo che sembra seguirlo ovunque. Il corvo diventa una sorta di simbolo del destino, della colpa o della follia. La storia è ambigua e inquietante, in pieno stile pirandelliano, e lascia spazio a molte interpretazioni, soprattutto sul piano psicologico e simbolico.


6. "Il viaggio"

Genere: Novella

Trama:

La protagonista è Adriana, una donna gravemente malata che, per motivi di salute, intraprende un viaggio verso il nord con l’uomo che ama, anche se il loro amore è socialmente impossibile. Durante il viaggio, che è anche un cammino interiore, lei comprende il senso della sua esistenza e dell’amore. La novella è molto intensa dal punto di vista emotivo e riflette sui temi del destino, della malattia, dell’amore e della morte.






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