giovedì 14 maggio 2015

"L'URLO", ANGOSCIA E SMARRIMENTO NELL'OPERA DI MUNCH

“Il grido”, conosciuto anche come “L'urlo”, fa parte di una serie di opere realizzate da Edvard Munch tra la fine dell'ottocento ed i primi del novecento e che l'autore stesso ha idealmente raccolto in una serie intitolata “Fregio della vita” (1893-1918), composta da numerose tele elaborate secondo quattro temi fondamentali: Il risveglio dell’amore, L’amore che fiorisce e passa, Paura di vivere, di cui fa parte Il Grido, e La Morte.
Lo spunto del quadro lo troviamo descritto nel suo diario:
Una sera passeggiavo per un sentiero, da una parte stava la città e sotto di me il fiordo...Mi fermai e guardai al di là del fiordo, il sole stava tramontando, le nuvole erano tinte di rosso sangue. Sentii un urlo attraversare la natura: mi sembrò quasi di udirlo. Dipinsi questo quadro, dipinsi le nuvole come sangue vero. I colori stavano urlando”.
Queste parole, scritte da Munch per descrivere “Il grido”, danno solamente un'idea della forte sensazione che ha portato l'autore a realizzare quest'opera, di enorme portata rivoluzionaria, che anticipa la corrente dell'espressionismo e contiene in sé già tutti gli elementi che l'espressionismo stesso svilupperà da lì a pochi anni.
Questo è senz'altro il quadro più celebre di Munch e, in assoluto, uno dei più famosi dell’espressionismo nordico. In esso è condensato tutto il rapporto angoscioso che l’artista avverte nei confronti della vita.
L’artista ci offre il ricordo e lo scatto di quel momento per lui inspiegabilmente terrificante attraverso i suoi occhi.
Lo spunto è quindi decisamente autobiografico. L’uomo in primo piano che urla è l’artista stesso. Tuttavia, al di là della sua relativa occasionalità, il quadro ha una grande capacità di trasmettere sensazioni universali e ciò soprattutto per il suo crudo stile pittorico.
Munch parla con il suo linguaggio unico e drammatico dell’impotenza dell’uomo di fronte alla supremazia della natura, dello sgomento della follia, di fronte alla quale siamo piccoli ed inequivocabilmente soli.
La tavola raffigura un ponte che attraversa, in diagonale da sinistra a destra, i due terzi inferiori dello spazio. Una figura vestita di scuro è dipinta in primo piano, quasi nel mezzo. Due piccole figure maschili si scorgono sul ponte in alto, dove la diagonale si distacca dal margine sinistro. A destra della diagonale vi è un paesaggio collinare cupo in cui si inserisce un lago o un braccio di mare chiaro; sopra, un cielo formato da strisce ondulate di colore. Il ponte è trattato con un fascio di linee rette di colore che hanno origine nell'angolo a sinistra e si aprono tutte sulla base. Il resto della superficie è trattato con colori ordinati in curve. Tutte le linee sembrano convergere verso il centro del dipinto; la testa urlante, gli occhi fissi e le guance incavate ricordano un teschio. La figura sinuosa porta le mani al viso con l’orrore degli occhi spalancati: ha indubbiamente avvertito qualcosa di terribile.
©DeniseInguanta





"L'urlo"
autore: Edvard Munch
olio, tempera, pastello su cartone
1893
ubicazione: Galleria nazionale, Oslo

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