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venerdì 13 febbraio 2015

CHRISTIAN LO ZITO: MUSICA E GIORNALISMO, I MIEI MODI DI COMUNICARE


Ha alle spalle già un Festival di Sanremo, Christian Lo Zito. Quello del 2005 in cui partecipò con il brano "Segui il tuo cuore", impressionando positivamente la platea con la sua esibizione.
Il suo percorso come cantante è iniziato molto presto: nel 2001 e nel 2002 ha partecipato alla selezione nazionale dell'Accademia della Canzone di Sanremo arrivando tra i 150 finalisti; sempre nel 2002 si è esibito al 24° Girofestival a Rimini, andato in onda su raitre; poi c'è stata la partecipazione alle prefinali del Festival di Castrocaro Terme nel 2003 e nel 2004. Nel frattempo non ha mai smesso di studiare frequentando a Roma l'accademia "Il palcoscenico" dove ha seguito i corsi di canto, solfeggio, dizione e recitazione. Ma la musica non è la sua unica passione. C'è anche il ballo, che lo ha portato ad avere ottimi risultati in competizioni di livello nazionale, e il giornalismo, di cui si occupa attualmente.
Quando lo contatto si trova a Sanremo per assistere al 65° Festival della Canzone Italiana. Dai suoi selfie, postati sui social, emerge l'emozione di ritrovarsi nuovamente all'Ariston.
Christian Lo Zito

Christian, tu hai partecipato a Sanremo nel 2005 con il brano “Segui il tuo cuore”. Che ricordo hai di quella esperienza?
Ad oggi l'esperienza più forte della mia vita. Nonostante la mia giovane età, estremamente acerba per il tipo di manifestazione, ricordo la sensazione di agitazione mista a voglia di salire sul palco. Ho tutto vivido nei miei pensieri nei minimi dettagli, dal suono della sezione d'archi che accorda gli strumenti, alla scenografia che si illumina col mio nome scritto sopra, a quella scalinata; insomma un sogno diventato realtà per un giovane siciliano cresciuto in una famiglia dove Sanremo era un ulteriore momento di condivisione e scambio di opinioni su chi si sarebbe aggiudicato il celebre leoncino d'oro. Viverlo da protagonista certo è tutt'altra cosa. 

Oggi in tv spopolano molti talent show mentre in passato per un giovane esordiente Sanremo era quasi l’unico palcoscenico per emergere. Pensi che Sanremo sia ancora in grado di garantire grandi opportunità ai giovani emergenti?
Onestamente più che ai giovani esordienti, credo che sia decisamente più utile a quegli artisti che abbiano un progetto discografico pronto. Un giovane inesperiente lanciato di botto su quel palco è estremamente a rischio, il più delle volte toppa. Purtroppo il palco di Sanremo o ti innalza nell'alto dei cieli della musica o negli abissi del dimenticatoio. Certo ci sono le eccezioni che confermano le regole. Io credo tanto che al festival bisogna andarci con qualcosa da dire, non importa vincere ma avere un buon prodotto musicale da proporre al pubblico altrimenti non serve a niente, dopo un mese è tutto passato in archivio. I talent hanno ormai sostituito il ruolo dei "Giovani" di Sanremo, danno molta più visibilità e per più tempo. Il festival di Sanremo è la celebrazione, anzi la consacrazione di un artista. Di sicuro è il palco per eccellenza della musica Italiana.

Che aria si respira in questi giorni a Sanremo? 
C'è qualcosa di davvero unico, sono stato qui tante volte ed in periodi diversi dall'anno, ma quello che si respira in questi 5 giorni all'anno è magico. A parte la presenza in massa dell'intera discografia italiana, il clima "Festivaliero" si respira ovunque. Tutto è cosparso di note musicali e da ogni angolo della città si sente il celebre jeangle "Se viene voglia di cantare canteremo, perchè Sanremo è Sanremo", ma il cuore pulsante di questo evento si trova in Via Matteotti, nel magico Teatro Ariston.

Che effetto ti fa ritornare al Teatro Ariston? 
Una bella botta d'adrenalina. C'ero già stato dopo la mia partecipazione al Festival ma in contesti diversi, adesso rivederlo in tutto il suo splendore mi ha fatto davvero un bellissimo effetto, molto positivo. Mi trasmette tanta voglia di fare e soprattutto una grande energia.

Come ti vedi tra qualche anno: giornalista o cantante? 
Entrambi, la musica mi ha accompagnato negli anni della fanciullezza e il "nostro rapporto" è cresciuto e cambiato nel tempo; il giornalismo è la passione della maturità. Unico comune denominatore è la comunicazione che, anche se in modo diverso, accomuna entrambi i miei percorsi. Speriamo bene..."Per aspera ad astra!"
©DeniseInguanta

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