Osservando la traiettoria della ricerca di Mario Vespasiani il dato che emerge con maggiore evidenza è la sua capacità di superare i confini del mondo dell'arte per diventare un interlocutore privilegiato con le più varie istituzioni culturali del nostro Paese.
La sua presenza in contesti storici, scientifici, militari e didattici non va solo vista quale segno di eclettismo artistico, ma come prova di una reputazione e di un'autorevolezza che hanno pochi eguali nel panorama nazionale. Vespasiani è passato dall'essere un "esploratore" in diversi campi del sapere al trasmettere con la sua visione e la sua arte la capacità di creare ponti, di unificare discipline e di parlare un linguaggio universale che sta risuonando ben oltre musei e gallerie. Le sue ultime imprese espositive, al Museo del Mare e della Costa di Sabaudia, al Galata Museo del Mare di Genova, ma anche nella grande collettiva sulla pittura italiana al Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara, sono i capitoli più recenti che raccontano il suo impegno artistico e umano.
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"Heart of the sea" di Mario Vespasiani |
La mostra "Diario di Bordo" al Museo Civico del Mare e della Costa di Sabaudia è un chiaro esempio di come Vespasiani abbia saputo trasformare l'esperienza più intima e personale in un'epica universale; il progetto, difatti, mette in dialogo l’arte con la geografia, l’esplorazione con l’infanzia, racconta la sua vita quotidiana, le vicende con la figlia Venise durante i suoi primi anni di vita, come un viaggio avventuroso in cui l'artista si trasfigura in un “capitano" e la bimba in una "sirena", dove la realtà quotidiana è una "surrealtà” magica, che sorprende per quella sua espressività polifonica. "Diario di Bordo" non è solo una mostra, ma anche un libro, un gioco didattico (AbeceMario) e un disco, intrecciando arte e vita per dimostrare che le più grandi avventure non si trovino in terre lontane, ma nella profondità delle relazioni umane. Coniuga con sapienza immagine e parola con l'AbeceMario, in cui le lettere dell'alfabeto diventano isole, il linguaggio si fa geografia, la parola si fa immagine. Suono e racconto, dove storie, "dipinte con le parole", si trasformano in brani musicali, creano un’esperienza che coinvolge più sensi. A adulti e bambini l'opera riesce a parlare un linguaggio "semplice e ricercato", capace di affascinare il collezionista colto come la curiosità del bambino. "Diario di Bordo" è la sintesi del microcosmo e del macrocosmo: un inno alla vita che eleva un'esperienza privata a simbolo universale del dono della creazione.
Se a Sabaudia la sintesi era quella scoperta delle emozioni intime, nella grande mostra "Heart of the Sea" al Galata Museo del Mare di Genova – il più importante museo marittimo del Mediterraneo – la sintesi diventa quella della scoperta dell’ignoto. Qui Vespasiani affronta la metafora del mare come specchio della vita umana, dalle "leggendarie rotte dei grandi navigatori" alle "insondabili profondità degli abissi”, anche in questo caso la sua abilità si manifesta nell'unire e trasmutare. Nella pittura e scultura l'artista infrange la bidimensionalità della tela, inserendo "reperti" che affiorano dal quadro, creando opere a rilievo che fondono pittura e scultura in un unico, potente linguaggio materico. Nella materia e suono la musica diventa parte integrante, difatti è stato possibile ascoltare dei brani che ha composto per l’occasione come fossero opere sonore: il concetto di "volume" si sdoppia, riferendosi sia al rilievo tattile delle opere sia a quello sonoro dell'album, creando un'esperienza immersiva e totale. Nell'arte e identità l'opera monumentale sulla vela genoa alta 5 metri è un atto di sintesi perfetta tra la sua arte e il luogo che la ospita, un dialogo commovente con la lunga storia marittima di Genova e con lo spazio museale, al punto che la vela una volta piegata con al centro la “Lanterna" è stata immortalata tra le maglie delle due anime sportive della città, che non a caso riportano sul retro il 10, il numero che identifica il “fantasista” Vespasiani e la sua ambizione di inserirsi in ogni ambiente che lo ospita con rispetto ma anche trasmettendo quel sentimento di unione nelle differenze, che è la profonda vocazione della sua arte.
Questi riconoscimenti confermano non solo la qualità pittorica di Mario Vespasiani ma anche quella rara capacità di agire come ponte. Il rispetto che suscita in ambiti così eterogenei nasce da una solida reputazione e dalla sua abilità nel creare dialoghi fecondi: tra l'arte e la vita, la storia e la speranza, il valore e l'esempio. La sua continua evoluzione non è un semplice progresso di stile, ma un costante allargamento del suo abbraccio, capace di contenere e unificare frammenti sempre più vasti della nostra cultura. In un'epoca segnata dalla specializzazione e dalla divisione dei saperi, l'unicità di Mario Vespasiani risiede proprio in questa sua preziosa e necessaria vocazione: essere un instancabile costruttore di connessioni, un creatore di ponti tra i mondi visibili e quelli invisibili.
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Mario Vespasiani |
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