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martedì 25 settembre 2018

PATRIZIO PACIONI: SCRITTURA, BLOG E TEATRO PER VIVERE INTENSAMENTE LE PASSIONI

Patrizio Pacioni, scrittore, blogger, drammaturgo, è nato a Roma ma vive da oltre dieci anni a Brescia, è autore di dodici romanzi, di una raccolta di racconti, di due libri di fiabe.
Nel 2006 ha creato il personaggio del commissario Leonardo Cardona, protagonista dei suoi romanzi gialli. È inoltre autore di opere teatrali, per lo più di genere brillante, che hanno riscosso grande successo di pubblico.
Il suo sito www.patriziopacioni.com e il suo blog https://cardona.patriziopacioni.com sono ricchi di informazioni utili e letture interessanti.

Lo abbiamo intervistato per farci rivelare il segreto della sua carriera così brillante e della sua arte.




Patrizio Pacioni





Sei scrittore, drammaturgo e blogger. Qual è il primo libro che hai letto e che in qualche modo ti ha condotto verso il mondo della scrittura?
Me ne arrivarono in regalo tre, tutti insieme, in occasione della mia prima Comunione: «Pinocchio», «I ragazzi della via Pal» e «Le avventure di Tom Sawyer», che lessi nello stesso ordine, passando da un’emozione all’altra. Pochi mesi dopo, con un cambio di velocità e di direzione fin troppo brusco, passai alle pile di Gialli Mondadori dei miei fratelli maggiori. Fui affascinato e rapito immediatamente dalle storie di Edgar Wallace, Erle Stanley Gardner, Agatha Christie e, naturalmente, di quello che poi sarebbe diventato il mio Maestro, l’immenso Ed Mc Bain. Mi appassionava così tanto leggere delle gesta dei criminali e delle complesse indagini dei vari investigatori, che decisi che, un giorno, me le sarei raccontate da solo, inventando ambientazioni e situazioni che più mi affascinavano. Così feci, così faccio ogni giorno che passa e così farò fino all’ultimo respiro che la vita mi permetterà di fare.

Hai all’attivo la pubblicazione di numerosi libri. Ci sono delle situazioni particolari che mettono in moto la tua vena creativa?
C’è chi va in giro guardando le vetrine, io guardo le persone che incontro. C’è chi vede e ascolta i notiziari della tv solo per acquisire informazioni e approfondimenti, per me quello che conta, quello che mi attira davvero, sono i retroscena di situazioni, i processi psicologici che portano i protagonisti della cronaca, della politica, dello spettacolo e dello sport a prendere determinate scelte, a fare determinate dichiarazioni e a tenere determinati comportamenti: insomma, l’aspetto della costruzione della realtà, così simile a quello della narrazione, per me, inevitabilmente, finisce per prendere il sopravvento sulla realtà stessa. E ogni volto, ogni gesto, ogni ambiente, finiscono per andarsi ad aggiungere al magazzino dal quale attinge la mia voglia di raccontare.

Com’è nato il personaggio del commissario Leonardo Cardona?
Più che nascere, il dottor Leonardo Cardona si è imposto. Voglio dire che quando mi venne in mente il suo nome e la sua figura, al momento di scrivere «Seconda B» che pur non essendo uscito per primo in libreria è da considerarsi il romanzo capostipite della saga di Monteselva, il commissario doveva essere semplicemente un coprotagonista, una figura del tutto secondaria. Come spesso accade a noi scrittori, però, quel delirio di onnipotenza che ci fa credere di poter essere artefici del destino delle nostre creature di carta, in certe occasioni viene clamorosamente annichilito dalla forza di determinati personaggi dal carattere forte. Nel caso di Cardona, fortissimo. Insomma, come già ho avuto modo di dire, un certo giorno il commissario è uscito dalle pagine di «Seconda B» per sedersi nel mio studio, dove tengo il “computer da lavoro”, pretendendo, quando lo giudica opportuno, di condurre nuove indagini e di vivere nuove avventure che io, ovviamente, non posso rifiutarmi di ideare e scrivere.

Com’è nata l’idea di aprire il tuo blog?
Condurre un blog, per chi come me considera fondamentale il rapporto con la società che lo circonda, è una vera e propria necessità. In https://cardona.patriziopacioni.com/  , grazie anche agli amici che collaborano con me nella conduzione, si parla di tutto: attualità, scrittura, teatro, cinema, solidarietà, costume … Dopo la disavventura vissuta nel 2015, allorché un attacco di cui non ho ancora capito l’origine e gli scopi, distrusse migliaia di post, frutto di anni di assiduo e alacre impegno in Rete, il blog è rinato più forte e articolato di prima, con nuove rubriche e nuovi contributi. Lo considero un mezzo di comunicazione e di confronto con centinaia di visitatori al giorno, funzionale, snello e, soprattutto diretto e, ormai, per me irrinunciabile.

Sei anche un drammaturgo. Con la compagnia Le Ombre di Platone hai portato in scena la commedia “Sua Eccellenza è servita”, scritta con l’ottimo Salvatore Buccafusca e in cui recita la splendida Guenda Goria. Prossimamente continuerai a portare l’opera in giro per l’Italia. Ma quante soddisfazioni ti ha già dato questa commedia?
«Sua Eccellenza è servita» è si “commedia” a tutti gli effetti,  ma con ampi spazi e spunti d’introspezione psicologica, momenti  inattesi di vibrante drammaticità e significativi richiami a grandi autori del passato, prima di tutti Pirandello. Con la regia di Giancarlo Fares e un cast di eccezione (oltre a Guenda e a Salvo Buccafusca, Antonio Conte, Mimma Lovoi, Francesco Sala e Marco Blanchi) è un’opera che effettivamente ha ricevuto un positivo riscontro sia in termini di pubblico che di critica.  Riprenderà il suo cammino nel prossimo gennaio dalla Sicilia (saremo da venerdì 11 a domenica 13 a Palermo), con rinnovato entusiasmo e con tanta voglia di stupire. Un propellente che, per un gruppo come quello delle Ombre di Platone, pieno di voglia di fare e di farsi conoscere, tra poco in cartellone anche al Boni di Acquapendente con il dramma «Roma Criminale» ispirato alle vicende della banda della Magliana, ha avuto e tuttora ha una potenza e un’efficacia inestimabile.

Una parte della tua produzione teatrale riguarda l’inchiesta. Parlaci di “Diciannove + Uno”, dramma che tornerà presto ad essere rappresentato.
Il mio approccio al Teatro d’inchiesta risale al 2015, allorché la Compagnia Stabile Assai portò in scena in diverse piazze italiane, tra le quali il prestigioso Teatro Sociale di Brescia, nell’ambito di uno dei più prestigiosi calendari italiani, quello del C.T.B. Centro Teatrale Bresciano, il dramma di mia composizione «La verità nell’ombra»  ispirato al processo ai responsabili della strage di Portella della Ginestra che a suo tempo si tenne presso il tribunale di Viterbo. Da allora è partito un imporatntee  tumultuoso percorso, proseguito poi (appunto!) con  «Diciannove + Uno»: una verosimile ipotesi sulla misteriosa scomparsa, avvenuta nel 1962 nelle acque del Mediterraneo meridionale, della motonave Hedia e del suo equipaggio.  La pièce, rappresentata già da due compagnie (dopo la Stabile Assai, in versione completamente rivista e ristrutturata, l’ha messa in scena anche La Lanterna Teatrale) si è aggiudicata prestigiosi riconoscimenti in importanti concorsi internazionali di drammaturgia.  Nella stessa direzione di ricerca e ricostruzione vanno altri due drammi: «Amaranto - Amaro amianto»  e  «Marzia e il Salumiere»  che saranno in teatro nel prossimo anno.  

Hai ideato e condotto  il corso di scrittura di genere “Dal blu di china al giallo-noir”. In un paese come il nostro, dove tutti scrivono e pochi leggono, quali caratteristiche deve avere uno scrittore per distinguersi?
«Non si può fare di uno un grande scrittore, solo attraverso l’insegnamento: ci vuole qualcosa in più, qualcosa che gli uomini chiamano “talento”!» si è soliti dire, ed è vero. È vero anche, però,  che indirizzare quella vena creativa che è in dotazione, più o meno, a ogni essere umano, male non può fare, come male non può fare qualsiasi miglioramento, in qualsiasi campo, artistico e non. Detto questo, il corso che hai citato, che ho ripetuto diverse volte in realtà locali diverse, è sostanzialmente diverso dagli usuali corsi di scrittura: si tratta di un seminario di secondo livello nel corso rivolto a persone che già sono impegnate, a qualsiasi livello,  nel campo della narrativa, nell’intento di individuare con maggiore consapevolezza i modi e gli scopi della scrittura gialla e di fornire strumemti idonei a praticarla nel migliore dei modi. Quanto alle doti che deve possedere  e coltivare un autore per distinguersi dagli altri, prendendo spunto da quanto già detto, la risposta è molto facile: sono 3 T (non quelle peraltro celeberrime di Cremona) e cioè Talento, Tecnica e Tenacia.

Quali sono i tuoi prossimi progetti artistici?
Del prosieguo della mia carriera teatrale ho già ampiamente fatto spoiler. Aggiungo un grande evento, in arrivo entro fine anno, impegnativo e sfidante, che ho ideato io stesso e al quale tengo moltissimo,  di cui sarò Direttore Artistico; si saprà molto presto di cosa si tratta. Per la scrittura, infine, nel 2019 tornerà Cardona con un “romanzone” dall’intreccio complesso e (spero) appassionante.
Insomma si va avanti, a passo spedito e in più direzioni: la vita è una soltanto e le passioni si devono vivere intensamente e senza risparmio.

©DeniseInguanta 




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