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giovedì 5 febbraio 2015

LA COMUNICAZIONE IERI E OGGI

La necessità di comunicare è insita nella natura dell'uomo.
Fin dal momento in cui l'essere umano è nella culla comunica i suoi bisogni e i suoi disagi attraverso l'unico strumento a sua disposizione, ovvero il pianto.
Comunicare vuol dire trasmettere i pensieri, le emozioni, i disagi e le paure che accompagnano da sempre la vita dell'uomo; vuol dire avere la libertà di esprimere la propria interiorità senza vincoli né restrizioni.
Un tempo la comunicazione tra le persone che vivevano lontane era affidata alle lettere che sono servite a mantenere saldi i legami affettivi che la distanza avrebbe spezzato.
Oggi la situazione è cambiata. L'uomo con la sua intelligenza e le sue potenzialità è stato in grado di inventare nuovi mezzi per comunicare emozioni e idee.
Così con l'invenzione del telefono cellulare sono nati gli sms con cui tutti adorano comunicare velocemente ma non meno efficacemente di una lettera. Con lo sviluppo di internet sono nate le mail che hanno sostituito le tradizionali lettere cartacee.
Dunque è cambiata la forma ma non la sostanza dell'aspetto comunicativo.
Che i sentimenti viaggino attraverso un mezzo elettronico o che ci arrivino nelle sacche dei nostri postini quel che conta è che l'uomo non ha mai perso la voglia di comunicare e di sentirsi vicino alle persone care attraverso qualsiasi mezzo gli consenta ciò.
Rapidamente tutti sono diventati affezionati usufruitori degli sms e delle mail. Basti pensare che è nata una nuova grammatica che con l'italiano, forse, ha poco a che vedere ma che permette di esprimersi in modo veloce ed efficace.
Così, mentre prima nella chiusura di una lettera affettuosa non mancava un chiaro e semplice "ti voglio bene", oggi ci si accontenta di un veloce e conciso "tvb".
L'utilizzo sempre più imperante dei nuovi mezzi di comunicazione sta cambiando anche il nostro modo di comunicare con gli altri nella quotidianità e ciò è dovuto alle condizioni di vita sempre più frenetiche cui siamo sottoposti.
Se un tempo i ritmi della vita consentivano di sedersi pacatamente ad un tavolo per scrivere in una romantica lettera i propri sentimenti, oggi lo stress e la routine frenetica che caratterizza le nostre giornate ci impediscono di fare ciò e ci obbligano a velocizzare tutto, anche la manifestazione dei nostri più profondi sentimenti. Per cui, seppure l'utilizzo di acronimi e abbreviazioni può sembrare talvolta riduttivo ed aberrante, spesso è l'unico modo che abbiamo per comunicare sotto i ritmi incalzanti della quotidianità.
Certo, dobbiamo essere lieti di potere usufruire di mezzi elettronici così veloci e funzionali ma non dobbiamo dimenticare che, quando si tratta di comunicare sentimenti e idee, è meglio fermarsi, temporeggiare per esprimere almeno quelli senza farci incalzare dalla fretta.
Allora usiamo ciò che l'uomo è in grado di inventare, facciamo affidamento sugli sms e sulle mail ma non dimentichiamo di trovare sempre il tempo per esprimere in maniera esaustiva i nostri pensieri e le nostre emozioni e magari ogni tanto fermiamoci a scrivere una lettera da affidare al vento e che contenga ciò che più profondo è in grado di partorire la nostra mente.
©DeniseInguanta
Articolo presente anche in
AgoraVox

3 commenti:

  1. Prima di tutto mi presento.
    Mi chiamo Andrea. Studio psicologia da utodidatta.
    Ho imparato che se manca la comunicazione, manca tutto.
    Ci stanno dei modi per farsi capire, e quello che uno dice non viene travisato e come spesso capita, interpretato male?

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    Risposte
    1. Salve Andrea!
      Tutto ciò che riguarda la comunicazione rientra in un argomento molto complesso. Studiare comunicazione e imparare a sapere interagire con gli altri è importante per portare avanti un dialogo costruttivo, ma la comprensione è qualcosa di soggettivo, come dice Luigi Pirandello in "Sei personaggi in cerca d'autore":
      "Abbiamo tutti dentro un mondo di cose; ciascuno un suo mondo di cose! E come possiamo intenderci, signore, se nelle parole ch'io dico metto il senso e il valore delle cose come sono dentro di me; mentre chi le ascolta, inevitabilmente le assume col senso e col valore che hanno per sé, del mondo com'egli l'ha dentro? Crediamo di intenderci; non ci intendiamo mai!"

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  2. Non riesco ne a trovar eil tempo ne a comunicare con i miei genitori. Questo mi porta molti disagi. Adesso quando torno a casa, guardo la guida tv e per non imbarazzarmi con i silenzi, dico che c'è un film che mi interessa alle 21 (ora di cena) anche se il 90% delle volte non è vero.

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