giovedì 6 ottobre 2022

"Mani giunte e vado oltre", le poesie di Salvatore Monetti sul senso dell'esistenza

"Mani giunte e vado oltre" è la raccolta di poesie di Salvatore Monetti, già scrittore di altri libri e editore (Monetti Editore), che riflette attraverso i suoi versi sul senso dell'esistenza e sullo scorrere del tempo. 





Recensione 

Nei suoi versi l'autore affronta molteplici tematiche, dall'amore all'amicizia, dalla denuncia di fatti negativi, che segnano tristemente la cronaca dei nostri giorni, fino alla rievocazione delle ricorrenze che scandiscono il corso degli anni e che diventano occasione per riflettere sul senso profondo dell'esistenza. 

Monetti fa dei suoi versi lo strumento di riflessione più profondo e proficuo che possa esserci. 

Senza mai nascondere il suo mondo interiore, egli fa delle sue sensazioni, dei sentimenti e delle esperienze di vita una chiave di interpretazione universale dei fenomeni e delle vicende umane. 

Il tono melodioso dei versi accompagna l'incisività delle parole scritte, in un connubio vitale e mai lento. 

Un posto particolare è riservato, nella raccolta di versi, alla donna, creatura fonte di passione e di amore ma anche portatrice di valori universali. 

"Mani giunte e vado oltre" lascia il segno nel lettore che si approccia curioso alla silloge poetica e ne riceve in cambio una rinnovata visione della vita con le sue bellezze ma anche con le sue difficoltà. 


Salvatore Monetti 


Preludio (dal libro) 

L’esistenza si snoda nel tempo ed io, nello scorrere degli anni, mi assopisco nel silenzio che segue. Il passato diventa storia personale e si incontra con la storia degli altri e in questo legame, fatto di incontri, avvenimenti, emozioni, speranze, amori negati e amicizie distrutte, giungo le mani e vado oltre… Tutti sono stati fondamentali per la progressiva configurazione della mia identità. Il tempo diventa sempre di più un presente senza radici e senza futuro, solo un momentaneo e fuggevole susseguirsi di istanti ed immagini sfocate dove siamo prigionieri di un passato che nulla ci ha insegnato. Un passato dal sapore amaro, dove l’infanzia non è più recuperabile, resta solo l’ostinato desiderio di renderlo ancora presente e attuale. Oggi, di una cosa sono certo, attendo con ansia l’età della saggezza perché diventi maestro di quello che sarà considerato degno di essere consegnato alle generazioni future in aiuto al loro inizio.

©DeniseInguanta

Articolo presente anche su Il Nuovo Baracchino






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