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mercoledì 31 ottobre 2018

La Festa dei Morti, tra il passato e il presente di una ricorrenza sempre molto sentita


La Festa dei Morti rappresenta una ricorrenza sempre molto sentita in tutta la Sicilia e anche Agrigento e provincia non fanno eccezione.
Da qualche giorno, infatti, si avverte l’atmosfera tipica di questo periodo e si ricordano le tradizioni legate alla Festa dei Morti. Così, mentre in tutta Italia prende sempre più piede Halloween, nell’agrigentino la tradizione del 2 Novembre è ancora molto forte, anche se la festa dalle origini anglosassoni esercita comunque un certo fascino sui più piccoli.
Pupi di zucchero

Secondo la tradizione, tale ricorrenza risale al X secolo d. C., quando già si credeva che nella notte tra l’1 e il 2 novembre i defunti visitassero i loro cari ancora in vita per portare doni ai bambini. Tutt’oggi questa usanza è ancora molto forte, soprattutto nei paesi della provincia, dove non di rado si tengono per l’occasione delle fiere. Un esempio su tutti è quello di Ribera, dove l’1 e il 2 novembre si terrà la tradizionale “Fera di li morti” con l’esposizione di abbigliamento, oggettistica e utensileria per l'artigianato e l'agricoltura.

Obbligatorio resta, in questi giorni, l’assaggio dei dolci tipici della festa: i tetù, le ossa di morto, la frutta martorana e per i più golosi la pupaccena o pupa di zucchero, ovvero i pupazzi di zucchero a forma di cavalieri e dame, così chiamati probabilmente perché celebravano la “cena sacra” dei morti. Talvolta, come accadeva in passato, queste dolcezze vengono regalate ai bambini nel cosiddetto “cannistru”, un cesto che al mattino i genitori fanno trovare ai bambini, dicendo loro che è un dono portato dai morti. Inoltre, fino a qualche tempo fa, per la commemorazione dei defunti le famiglie siciliane portavano in tavola “i favi a cunigghiu”, ovvero fave bollite e condite con olio e origano, a “murtidda”, cioè piccole bacche di mirto, e i “cruzziteddi”, ovvero le castagne secche.

Oggi a ricordare che sta per arrivare la Festa dei Morti ci pensano anche i Social con la condivisione di foto e ricordi e, in particolare, con la diffusione dell’ormai famosissimo racconto di Andrea Camilleri su questa ricorrenza.

Anche Agrigento, dunque, celebra questo giorno e lo fa nel pieno rispetto delle tradizioni.

Per chi volesse, invece, vivere un’esperienza nuova, sono assolutamente da non perdere gli eventi organizzati per l’occasione al Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi e alla Casa Museo Luigi Pirandello.
Al Parco Archeologico sarà infatti possibile partecipare giovedì 1 novembre alle 11:30 e alle 16.00 alla visita a tema per famiglie dal titolo “Dolcetti, marzapane, allegria e famiglia, aspettando la notte dei morti”, un itinerario speciale lungo la Via dei Sepolcri tra storia, tradizione e aneddoti, per conoscere le origini della Festa dei Morti. Sempre al Parco Archeologico sarà possibile prendere parte domenica 4 novembre alle 16:00 a “La Valle dei primi cristiani. Dai miti di Akràgas ad Agrigentum”, un insolito itinerario guidato alla scoperta delle evidenze archeologiche dei primi cristiani di Agrigento tra tombe e rituali. Infine, presso la Casa Museo Luigi Pirandello domenica 4 novembre alle ore 11:00 si terrà “La festa dei morti, usi, credenze, tradizioni nella terra di Pirandello”, un’inedita visita alla casa natale del grande scrittore accompagnata dalla lettura di alcuni passi dell’opera letteraria “Il fu Mattia Pascal” e della novella verghiana “La festa dei morti”, in cui saranno rivelati gli aspetti storici e antropologici della ricorrenza dei morti in Sicilia.

©DeniseInguanta 
Articolo presente anche su InfoAgrigento


























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