Pagine

Facebook

venerdì 4 settembre 2015

RICCARDO GAZIANO: "RICCARDO E GAZ, TRA RIFLESSIONE E IRONIA"

Riccardo Gaziano, noto anche come Gaz, è vj, autore e attore di cortometraggi e miniserie e ha lavorato in diversi programmi andati in onda su televisioni locali e nazionali e in radio. Ha anche creato una web radio, "92100 Radio Station".
Lo abbiamo incontrato in occasione della registrazione del programma "Lettera D" in onda su Teleacras.


Chi è Riccardo Gaziano e chi è Gaz?
Ho sempre scherzato sul fatto che dentro di me c'è una sorta di dicotomia: da una parte c'è Riccardo, quel ragazzo sensibile, nostalgico, riflessivo che si fa un sacco di paranoie e che dovrebbe andare dallo psichiatra almeno tre volte a settimana, dall'altra parte  c'è Gaz che è la parte di me più scanzonata, che sorride alla vita qualunque cosa accada e che apprezza tutte le cose che fanno parte di questo mondo. Entrambi, anche se talvolta entrano in contrasto tra loro, fanno parte di me e si completano. Insomma, sono messo proprio male!
Riccardo Gaziano

La radio è stata sempre la tua grande passione, tanto da averne creata una web, "92100 Radio Station". Cosa trovi di così affascinante nella radio rispetto agli altri canali di comunicazione come la televisione e il web?
La radio, oltre a essere molto longeva, è una forma di comunicazione leggera che fa da sottofondo alla nostra vita. Ha un grande potere: quello di farti immaginare attraverso una voce o una musica moltissime cose. Oggi questo fascino si è perso perché le radio vanno in onda anche in tv o sul web, ma è naturale che la tecnologia abbia portato a questa evoluzione.

Come hai appena detto, molte radio si sono evolute approdando in televisione e sul web. Pensi che, nonostante questa evoluzione, abbiano un futuro visto che viviamo nella società dell'immagine più che del suono?
Penso che la radio ci sarà sempre e comunque, naturalmente dovrà continuare ad evolversi per potere sopravvivere. Fino al momento in cui in auto non si riusciranno a sentire le web radio la radio tradizionale, che utilizza il sistema fm, continuerà ad esistere.

Hai partecipato a diversi programmi dal taglio ironico come Camera Zhen. Quanto conta comunicare dei messaggi, anche importanti, utilizzando l'ironia?
Tra le tante cose che ho fatto sicuramente Camera Zhen è stata la più divertente. Abbiamo cercato di denunciare ciò che di negativo c'è nella nostra società facendo ricorso all'ironia e al sorriso. Questo credo che sia un modo molto efficace per coinvolgere le persone in determinate problematiche e ottenere dei riscontri.

Hai lavorato in televisione a "Le Iene", il noto programma di Mediaset. Cosa ricordi di quella esperienza? E soprattutto meglio la tv nazionale o meglio il web in cui puoi gestirti in piena autonomia, dando libero sfogo ai tuoi pensieri?
Quando si comincia un percorso è normale cercare di puntare al massimo. Per me lavorare a "Le Iene" è stata un'esperienza molto importante, anche se è finita subito. Mi ha anche fatto capire che c'è molta stupidità in giro perché è bastato apparire in una televisione nazionale per essere al centro dell'attenzione di tutti, anche di chi prima mi aveva giudicato male. Comunque posso dire che anche nella televisione nazionale ho potuto mostrarmi per quello che sono realmente, così come mi pongo sul web o nelle tv locali. Con "Le Iene" continuo a collaborare preparando in incognito dei servizi, nell'attesa che questa collaborazione possa crescere ulteriormente.

Hai realizzato cortometraggi come "Novantaduecento" e una miniserie, "A tutto Gaz", che  va sul web e in onda su alcune televisioni locali. Da dove nascono i testi che proponi in questi progetti?
Sono un po' come delle pagine del mio diario, in cui metto tutto me stesso e dove non c'è nulla di costruito. Sono sempre me stesso, anche quando ho girato i cortometraggi  e la miniserie "A tutto Gaz" ho tirato fuori la mia natura di maniaco della perfezione, tanto da girare più volte la stessa scena fino a che non l'ho reputata perfetta. 

Con la nascita del web, di cui ti avvali molto per i tuoi progetti, la comunicazione si è liberalizzata. Pensi che si sia fatta più aggressiva e, inoltre,  reputi positivo il fatto che tutti possano esprimere la propria opinione, anche se talvolta ciò avviene in modo poco ortodosso?
E' positivo il fatto che tutti possiamo comunicare liberamente, è anche una forma di democrazia. D'altra parte, però, ciò ha portato a un'amplificazione dell'egocentrismo per cui, come tutte le cose, bisognerebbe fare un buon uso della comunicazione sul web.

Quanto conta la libertà per una persona come te che è abituata a dire sempre ciò che pensa. Viviamo in una società libera? Ti è mai capitato di doverti trattenere dall'esprimere la tua opinione perché ti trovavi in tv o alla radio?
No, ho sempre avuto la possibilità di dire ciò che volevo e non ho mai trovato nessuno che ha posto freni al mio modo di essere sia in televisione che in radio. Sono stato sempre libero di raccontare i miei pensieri anziché presentarmi come il classico conduttore in giacca e cravatta impostato e saccente.

Qual è il sogno professionale più grande che vorresti realizzare?
In realtà non ho un sogno professionale che vorrei realizzare perché in questo lavoro ho capito che si prendono molte delusioni. Preferirei realizzare il sogno di farmi una casa in un posto tranquillo e dedicarmi alla campagna. A questo aggiungerei altri sogni legati ai valori tradizionali come innamorarsi e avere dei figli. Può sembrare strano che una persona come me pensi questo, ma è così.

Qual è il posto, anche più strano, dove ti vengono le idee per i tuoi progetti professionali?
Non c'è un posto in particolare. Io rifletto moltissimo, fino a farmi male, sempre e in qualsiasi posto. Non riesco a non pensare a tutto ciò che mi succede, anche se sembro un tipo superficiale.

Che cosa significa per te comunicare?
Comunicare per me è raccontare e condividere delle cose con gli altri. Per questo non ho mai amato le discoteche, anche se faccio parte di quel mondo, perché in posti troppo caotici è impossibile comunicare. La comunicazione è fondamentale perché dà la possibilità di trasmettere i propri pensieri e non importa che ciò avvenga davanti a una telecamera o dietro a un microfono alla radio, l'importante è parlare e aprirsi con gli altri.
©DeniseInguanta 
Da "Lettera D", 8° puntata, in onda su Teleacras

Nessun commento:

Posta un commento