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venerdì 25 settembre 2015

"IO, DONNA KAMIKAZE" DI NOA BONETTI. QUARANTATRÉ PROTAGONISTE DEL TERRORISMO SUICIDA

Considerazioni: “Io, donna kamikaze” di Noa Bonetti, scrittrice e giornalista, racconta, nella sua cruda realtà, le storie di quarantatré donne che hanno scelto di diventare kamikaze e, quindi, sacrificarsi per un’idea legata alla libertà della loro terra.
L’autrice, com'è solita fare nei suoi libri, parte dai dati storici per giungere al personale, al vissuto di ogni singola protagonista del terrorismo suicida. Così vengono raccontate le storie di Wafa Idris, di Maliza Mutaeva, di Zinaida Alieva e di altre giovani “martiri”.
L’attenzione cade in particolare sulle palestinesi e le cecene, in lotta per ottenere la libertà dei territori in cui vivono.
Cosa colpisce di questo libro? Senza dubbio la ricerca puntigliosa dei dati storici che si fondono armoniosamente con i punti di vista delle kamikaze. Ciò rende il volume coinvolgente anche dal punto di vista emotivo, oltre a favorire la comprensione di una dolorosa parte della storia internazionale attuale e del passato.
Ma perché queste donne decidono di immolarsi? Da una prima, superficiale, impressione perché testimoni convinte di una causa patriottica che le porta a farsi saltare per vendicare i propri morti e seminare terrore tra i nemici. Donne convinte sostenitrici di una causa, dunque. Così sembrerebbe! Ma l’autrice, che è anche giornalista, non si ferma a questa superficiale impressione e va più a fondo indagando le reali cause del loro gesto estremo.
Donne kamikaze, in realtà, perché consapevoli di un destino triste e scontato che le vede vittime degli uomini. Succubi a tal punto che, spesso, sono gli stessi uomini a farle saltare in aria, senza affidare alle sfortunate nemmeno la possibilità di tirare il cordoncino del detonatore.
Donne vittime di un plagio mentale, dunque, o troppo spesso costrette a tale gesto perché private di un futuro di libertà e indipendenza rispetto alla figura maschile. Ragazze spesso vendute dalle famiglie per essere vittime da offrire alla causa. Altre volte giovani che vivono ai margini della società, che si “offrono” perché prive di mezzi di sostentamento, pensando che farsi saltare in aria possa in qualche modo ripulire la loro immagine.
Essere kamikaze non rappresenta mai la possibilità di acquisire lo stesso valore sociale che viene riconosciuto agli uomini, sebbene alcune lo pensino.
E le famiglie che ruolo hanno? Oltre ai già citati familiari che autonomamente, sotto ricompensa economica, vendono le proprie figlie, sorelle, etc., ci sono poi genitori che sono all’oscuro dei premeditati gesti suicida delle figlie e quando si trovano ormai davanti al tragico fatto compiuto singhiozzano tra le lacrime che mai avrebbero permesso un gesto simile, ma poi, forse confusi o ligi all'ideologia, dichiarano di essere fieri del gesto delle loro martiri.
Ma la verità è che le donne tanto osannate per il loro plateale e crudele gesto non saranno mai considerate pari agli uomini. Segno evidente di ciò è che la famiglia delle kamikaze riceve un compenso minore rispetto a quelle degli uomini bomba.
Un’indagine, dunque, quella di Noa Bonetti, che non lascia spazio a dubbi e che delinea un quadro chiaro della situazione attuale delle martiri, protagoniste del terrorismo suicida che allo stato attuale si è rivelato un mezzo crudele e inutile al fine della risoluzione del problema legato alla libertà dei loro territori.


Incipit
MORTE, SOGNI E SEGNI
Gli attacchi-suicida dell’undici settembre alle Torri Gemelle ed in successione le bombe-umane, i kamikaze, che si fanno saltare in Medio Oriente, in Cecenia e nello Sri Lanka, sono ormai spettacoli dell’orrore che entrano nelle nostre case e si stampano nei nostri occhi in continuazione. E la morte sacrificale per un’idea, per un Paese libero, crea questi mostri che irrompono nel nostro quotidiano già piuttosto agitato per sconvolgerlo ancora di più.


Quarta di copertina: Storie vere. Storie tragiche di chi ha scelto la morte per un’idea. Si va infatti dal come al perché è stato deciso di farsi saltare in aria.
Sommesso e misurato quasi a contrastare l’urlo e l’esagerazione delle protagoniste, il libro racconta dal di dentro una nuova figura del terrorismo internazionale: la donna kamikaze.


Autrice: Noa Bonetti è milanese ma vive a Roma. A Londra ha lavorato per il Commonwealth, poi alle Ricerche Atomiche Nucleari di Frascati, infine è passata al giornalismo. Oltre a regie teatrali ha realizzato servizi per le tre reti RAI-TV (rubriche: Ore Tredici, Ore Venti, Giovani e Lavoro, Scampoli di Ricordi, etc.). E' stata collaboratrice di vari quotidiani e rotocalchi: Il Messaggero, La Repubblica, Oggi, etc. Ha ricevuto diversi premi: nel 1980 con Donne al Governo ha vinto il "Premio Internazionale Città di Anghiari" per un Libro Politico-Storico; nel 1988 il "Fotogramma d’Oro" del Premio Cronaca ‘87 per il Giornalismo nelle Immagini, etc.

Libri pubblicati: Volti Pettegoli (1985), Veleno al Femminile (1986), Spuntino di Mezzanotte (1989), Angeli in Polvere (1990), Un’Amica di Nome Moana (1995), Nell’Arca di Noa (2006), Giù la Maschera (2007), Il Veleno è donna (2005). 
©DeniseInguanta




Noa Bonetti
"Io, donna kamikaze"
Iris 4 Edizioni
118 pp., 14,50 euro

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