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giovedì 19 marzo 2015

L'IBERNAZIONE, NUOVA FRONTIERA DELLA SCIENZA

Chi di noi non ha mai sognato di vivere in eterno? Chi non ha mai sperato di addormentarsi un giorno per risvegliarsi, anche se dopo anni, sempre giovane e nel pieno delle capacità mentali?
Ciò che per anni abbiamo reputato essere soltanto la trama di un film di fantascienza potrebbe diventare realtà. 
L'ibernazione è una condizione biologica in cui le funzioni vitali sono ridotte al minimo, il battito cardiaco e la respirazione diminuiscono drasticamente, il metabolismo rallenta e la temperatura corporea si abbassa.
Attuali studi scientifici hanno inoltre dimostrato che esiste una proteina che protegge il cervello degli animali che, come ibernati, vanno in letargo, e che permette al risveglio di ricostruire le sinapsi messe a riposo. Per cui un team di ricercatori dell'università di Leicester vorrebbe usare questa proteina per combattere l'Alzheimer, ciò perché si attiva con lo shock termico e consente al risveglio di ripristinare la normale attività celebrale.
A questo si aggiunga che i ricercatori dell'UPMC Presbytherian Hospital di Pittsburgh hanno pensato ad una tecnica che dovrebbe aiutare gli esseri umani che, magari a seguito di un incidente, si trovano a lottare tra la vita e la morte, rischiando seri danni celebrali. La tecnica di ibernazione consiste nel sostituire il sangue dei pazienti con una soluzione salina fredda capace di bloccare l'attività cellulare del soggetto, in questo modo il paziente non avrebbe né battito cardiaco né attività neurologica per circa due ore, nell'arco delle quali i medici potrebbero attuare tutte le manovre utili a curarlo e salvarlo. Dopo queste pratiche il sangue verrebbe rimesso in circolo per fare ripartire il cuore.
Tutto ciò richiama la fantascienza, eppure i vantaggi dell'ipotermia sono conosciuti fin dall'antichità.
E non sono pochi coloro che si offrono come cavie, pronti a farsi ibernare da istituti scientifici all'avanguardia nella speranza di risvegliarsi ancora giovani nel corpo e nella mente.
La scoperta potrebbe rivoluzionare il modo tradizionale di concepire il sottile filo che separa la vita dalla morte. Ma potrebbe anche aprire nuovi e più aberranti scenari sul modo di percepire uno stato di transizione che rasenta la vita, ma vita non è nel suo senso più tradizionale.
©DeniseInguanta
Articolo presente anche in
AgoraVox

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