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venerdì 20 marzo 2015

ANTONIO DIKELE DISTEFANO: "L'AMORE NON HA COLORE"

Antonio Dikele Distefano è l'autore di "Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?", edito da Mondadori.
Il libro ha già conquistato moltissimi lettori e rappresenta il caso letterario del momento. 
Antonio Dikele Distefano
Lo scrittore è un giovane ventiduenne, nato a Busto Arsizio ma residente a Ravenna.
E’ un italiano di seconda generazione, figlio di migranti angolani, ma che non è mai stato in Africa.
Nel mondo dell'hip hop è conosciuto come Nashy, infatti è un rapper da quando aveva 12 anni ed ha già inciso diversi pezzi, i cui testi traggono spunto dalle sue esperienze di vita. 
E' stato attore nello spettacolo "Sogno di una notte di mezza estate, riscrittura in giù da William Shakespeare" di Marco Martinelli, portato in scena dal "Teatro delle Albe". Ha fatto parte del progetto fotografico "Generazioni in movimento" di Filippo Molinari, che vuole parlare dei giovani di Ravenna che costituiscono la seconda generazione di immigrati .  
Infine sta portando avanti il progetto "Primavera Araba", duo musicale acustico insieme a Nizar Gallala, nel quale Distefano scrive i testi e canta. Il progetto è rivolto anche alle scuole e ai dibattiti umanitari.
Il suo libro racconta la storia d’amore contrastata fra un ragazzo di colore, come Antonio, e una ragazza bianca, come la sua ex. Storia che viene descritta come il primo grande amore che, però, è destinato a finire a causa del colore di pelle di Antonio. 
Le pagine offrono spunti e riflessioni sui temi della vita, visti da un ventenne. "Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?" è scritto con la lingua tipica dei social network. Ed è proprio ai social e al web che Distefano deve il suo successo. Inizialmente, infatti, il romanzo era stato pubblicato con il self publishing su Amazon e in free download aveva già ottenuto grandissimo successo. Così, grazie al passaparola e al web, la Mondadori ha deciso di pubblicare il libro, che è uscito lo scorso 3 febbraio riconfermando il record di vendite.
Ma Antonio ribadisce che non si tratta del solito libro sul razzismo bensì sulla diversità vista come un vantaggio.
Quando lo intervisto risponde come fosse un fiume in piena.

Secondo te, perché “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?” è arrivato al cuore di così tanti ragazzi? 
Penso che il fatto che io abbia parlato di me, raccontato il mio passato, la mia verità, ha conquistato il cuore della gente. Inoltre ha influito molto il fatto che scrivo come parlo, utilizzando il linguaggio che usano tutti. Quando rileggo il libro lo trovo davvero bello, sono contento di quello che ho scritto e penso che sia piaciuto anche agli altri.

Qual è l’insegnamento che vuoi dare con il tuo libro? 
Non mi sento in grado di dare insegnamenti, piuttosto vorrei dire alle persone di non arrendersi mai, di reagire ogni volta che una storia finisce. Io credo che per ogni storia che finisce c’è sempre la possibilità di crearne una nuova, più bella e importante.

Cosa pensa la tua famiglia del momento positivo che stai vivendo come scrittore? Ti dà qualche consiglio? 
In realtà sto poco a casa per via della promozione del libro che mi sta portando in giro per l’Italia. Credo, comunque, che siano felici. Mi dicono di stare sereno perché tanto le cose accadono da sole e tutto va come deve andare.

Hai affermato di avere scritto il libro perché spinto dalle parole della madre della tua ex fidanzata. Adesso per quale motivo scriveresti un altro libro? 
Scriverei di nuovo perché personalmente mi aiuta a stare bene e allo stesso tempo mi sono reso conto che ciò che scrivo aiuta anche coloro che leggono le mie parole, in qualsiasi angolo del mondo si trovino. Vorrei prendermi del tempo lontano dai social e dal web per scrivere un nuovo libro, ma mi dispiace staccarmi dalle tante persone che mi seguono e mi dimostrano il loro affetto.
Al di là dell’ostilità nei tuoi confronti da parte della famiglia della tua ex ragazza, trovi che ancora oggi molte persone dubitino di te per il colore della tua pelle o si tratta solo di episodi marginali? In questo Paese c’è ancora molta paura del diverso. Avverto che c’è diffidenza nei miei confronti ma onestamente tutto ciò non mi sfiora. Vivo meglio di chi mi giudica.

Credi che oggi grazie al web, ai social e al self publishing pubblicare con una grande casa editrice sia ancora molto importante?
No, le case editrici sono importanti per ciò che riguarda la distribuzione del libro, ma sinceramente avevo già un vasto seguito di lettori. Penso che pubblicare con il self publishing e pubblicizzarsi con i social sia davvero un sistema valido per farsi conoscere dalla gente.

Il tuo libro nasce dalla tua esperienza di vita. C’è anche qualche scrittore a cui ti ispiri?
Ce ne sono molti. Ultimamente sto leggendo tanto. Mi ispirano Banana Yoshimoto, Fabio Genovesi, Margaret Mazzantini, Nicolò Ammaniti e Giancarlo Carofiglio.

Pensi che “Fuori piove, dentro pure, passo a prenderti?” sia arrivato ai lettori così come avresti voluto o c’è qualche messaggio che non è stato colto nel giusto modo?
Ci sono tanti messaggi che non sono stati colti. Ad esempio mi infastidisce il fatto che la storia d’amore che racconto viene presa in considerazione perché sono di colore e non per la storia in sé. Io, invece, l’ho scritta perché potrebbe rispecchiare l’esperienza di qualunque coppia di ragazzi, non importa il colore della pelle o la nazionalità. Inoltre molti vedono nel mio libro solo negatività, invece io voglio che venga fuori la capacità di reagire, che per me è qualcosa di molto positivo. Infine, sinceramente, mi aspettavo di vendere di più con Mondadori, essendo una casa editrice affermata, rispetto al grande successo di vendita che ho già ottenuto con il self publishing. Magari è ancora presto per dirlo e fra qualche mese mi ricrederò.
©DeniseInguanta

































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