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mercoledì 28 gennaio 2015

IL GESTO DI AMINA E IL SUO LIBRO "IL MIO CORPO MI APPARTIENE"

Amina Sboui, conosciuta anche come Amina Tyler, è una giovane attivista, femminista e blogger tunisina di 19 anni.
Figlia di un medico e di un'insegnante, suscita scalpore nel mondo arabo quando il 1marzo 2013 diffonde su facebook una sua foto a seno nudo con un messaggio tatuato sul torace: "Il mio corpo mi appartiene".

In questo modo si fa portavoce dei giovani che hanno partecipato alla Primavera araba chiedendo maggiore libertà in un paese ormai in mano agli integralisti islamici.
Il suo gesto di ribellione le cambia radicalmente la vita mettendo a rischio la sua esistenza.
La giovane attivista tunisina ha scritto un memoriale in collaborazione con Caroline Glorion pubblicato nel 2014 a Parigi e che ora è uscito anche in Italia.
Il libro dal titolo emblematico "Il mio corpo mi appartiene" si apre con il racconto della foto postata su facebook come simbolo di libertà  e continua descrivendo i passaggi salienti delle difficoltà affrontate dalla ragazza.
Prima viene segregata dai suoi genitori, poi aderisce al movimento delle Femen e finisce in prigione. Qui continua a battersi per la libertà di espressione e in difesa delle detenute che subiscono maltrattamenti.
Dopo la scarcerazione, temendo delle ritorsioni da parte del mondo islamico, lascia la Tunisia e si rifugia a Parigi dove decide di raccontare la sua storia in un libro.
Amina ha manifestato il suo spirito ribelle fin dall'infanzia lottando contro la violenza e le imposizioni familiari. Per questo si era data alla trasgressione tra rock, amicizie pericolose, sigarette, un amore clandestino, i social network, femminismo e agnosticismo.
Il suo stesso look, i capelli corti e il rossetto dalle tinte forti diventano un manifesto di libertà.
Il libro appassionante ci fa conoscere la storia della ragazza diventata simbolo della lotta contro ogni forma di dittatura e del sogno infranto che la Primavera araba portasse la vera democrazia.
©DeniseInguanta

Estratto dal libro:

“Alcuni approvano il mio modo di manifestare e sono orgogliosi di me. Altri disapprovano la modalità della mia protesta, ma la rispettano e rispettano la mia libertà. Altri ancora sono del tutto contrari. Tra i giovani, c’è chi mi considera un simbolo di libertà, chi una puttana.”




Amina
"Il mio corpo mi appartiene"
Giunti
160 pp., 12 euro

                                                      










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